Non solo Beretta: la crudeltà negli allevamenti è la norma

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Maria Mancuso
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Che siano grandi o piccoli, a nord o a sud del Paese, che allevino maiali, mucche, polli o galline, che siano fornitori di grandi marchi o meno: tutti gli allevamenti intensivi sono luoghi di profondo dolore e stress per gli animali.

Condurre indagini sotto copertura è parte integrante del nostro lavoro, ci serve a far conoscere al grande pubblico la realtà negli allevamenti intensivi italiani e le condizioni di vita di milioni di animali destinati alla produzione di carne. Quando una nostra indagine viene divulgata, ciò che si tende a pensare è che i maltrattamenti o le irregolarità siano esclusivi di quegli allevamenti che abbiamo visitato. Eppure, in quasi dieci anni di lavoro, ciò che abbiamo avuto modo di appurare è che: sia le più tremende violazioni, che i maltrattamenti eseguiti a norma di legge, sono proprie di tutti gli allevamenti.

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Prendiamo ad esempio i maiali: nonostante la scienza abbia ampiamente dimostrato la loro vicinanza cognitiva ed emotiva ad altre specie considerate “di compagnia”, la normativa per l’allevamento dei suini non sembra tenerne veramente conto. I maiali vengono per legge rinchiusi in spazi angusti, sporchi e malsani senza mai poter vedere la luce del sole. L’utilizzo del taser elettrico per forzarli a muoversi non è di per sé illegale, ma lo diventa quando, come spesso accade, vengono colpiti punti delicati dell’animale come i genitali o il volto.

Il taglio della coda è teoricamente illegale da oltre vent’anni, ma sistematico nella stragrande maggioranza degli allevamenti di maiali. La sterilizzazione senza anestesia o trattamento analgesico è la norma. Le minuscole gabbie in cui vengono fatte partorire le scrofe sono anch’esse a norma di legge, anche se le dimensioni ridotte portano spesso allo schiacciamento e alla morte di alcuni dei cuccioli. 

Non è la festa della mamma per tutti Non è la festa della mamma per tutti
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Il dolore è la normalità negli allevamenti intensivi di maiali

Lo abbiamo visto durante la nostra ultima indagine nell’allevamento fornitore del marchio Fratelli Beretta, dove un operaio ha strappato i denti a un maiale con una tenaglia senza anestesia né cure successive. In questo allevamento gli animali venivano presi a calci, colpiti con oggetti contundenti, afferrati per le orecchie, sollevati da terra o scaraventati giù da un trattore. Gli abbattimenti di emergenza venivano effettuati in maniera irregolare provocando ai maiali una lenta agonia.

Un simile grado di violenza lo abbiamo riscontrato anche in un allevamento di maiali a Senigallia che abbiamo fatto chiudere, soprannominato l’allevamento degli orrori, dove una scrofa malata è stata uccisa a martellate. Le immagini riprese dal nostro investigatore mostrano l’utilizzo del taser elettrico su maiali malati impossibilitati a muoversi, la manipolazione cruenta degli animali durante gli spostamenti – con i suinetti più piccoli letteralmente lanciati e quelli adulti colpiti nel muso con sbarre di ferro – e la presenza di centinaia di cadaveri, lasciati all’aperto e accumulati in secchi, senza alcuna attenzione per le norme sanitarie. 

Maiale agonizzante
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Ma l’elenco continua: abbiamo documentato terribili maltrattamenti anche in diversi allevamenti di maiali fornitori del Prosciutto di Parma. In uno in particolare siamo stati testimoni di sterilizzazioni illegali inflitte a individui di due mesi d’età senza anestesia, né cura analgesica. Per quanto condannata dalla Federazione dei Veterinari Europei, la legge consente la castrazione chirurgica dei suinetti maschi senza anestesia, ma solo ed esclusivamente quando gli animali hanno meno di sette giorni di vita, quindi un’età ben lontana da quella che avevano i maiali in quell’allevamento.

Qui abbiamo anche documentato la macabra abitudine di gettare testicoli e code dei suinetti nella mangiatoia della madre. Un altro evento che ci ha scioccati è stato vedere un operatore chiudere l’orifizio anale di un suinetto con una spilla da balia. Il piccolo soffriva di un prolasso rettale e l’operatore, dopo aver inserito manualmente l’intestino fuoriuscito lungo il retto, ha strappato la pelle infetta con le mani.  Il tutto senza la somministrazione di antidolorifici né la presenza di un veterinario.

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Carcasse abbandonate

In altri casi abbiamo documentato pratiche che mettevano a rischio la sicurezza ambientale nelle vicinanze dell’allevamento. Questa estate qualche giorno prima di Ferragosto, abbiamo ricevuto una segnalazione che ci informava della presenza di un forte odore di carne in putrefazione vicino a un allevamento di maiali nella provincia di Pavia. Quando lo abbiamo raggiunto, abbiamo rinvenuto decine di carcasse in avanzato stato di decomposizione, abbandonate in un cassone senza alcuna copertura. 

Non era la prima volta che capitava: sempre in provincia di Pavia, l’anno scorso, abbiamo riscontrato una situazione gravissima nella gestione dei maiali in un allevamento fornitore del Prosciutto di Parma. Nei corridoi i nostri investigatori hanno ritrovato animali sofferenti, completamente abbandonati a loro stessi e impossibilitati ad accedere a cibo e acqua. Decine di loro erano morti o stesi a terra malati. Nella cella frigorifera abbiamo ritrovato un vasto cumulo di carcasse accatastate le une sulle altre. 

In entrambi i casi abbiamo allertato i NAS e consegnato i video per denunciare la situazione.

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I maiali sono animali intelligenti e sensibili

Come dicevamo all’inizio, i maiali sono animali estremamente intelligenti. Già nel 2007, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare si è espressa affermando che i maiali possiedono notevoli doti cognitive. La loro intelligenza è superiore a quella di un bambino di tre anni e, a differenza dei cani, possono persino giocare ai videogiochi.

Nonostante questo, li obblighiamo a una vita di patimento e angoscia, senza poter giocare, allevare i loro piccoli, o semplicemente esprimere la propria intelligenza. Il tutto mentre sono coscienti del male che viene loro inflitto.

Tutto questo non è necessario. Eliminare la crudeltà dal proprio piatto è possibile, facile, fa bene alla salute e tutela gli animali e l’ambiente. Non sai da dove iniziare? Scarica la nostra guida per un’alimentazione vegetale.


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