Dopo essere stati sottoposti al tampone ad agosto, sono risultati positivi al coronavirus almeno due campioni prelevati dai visoni in un allevamento in Lombardia. Non è chiaro al momento in quale comune o provincia sia avvenuto il contagio, probabilmente Cremona o Brescia.
La denuncia arriva dalla LAV, che ha ottenuto questa informazione solo dopo numerosi e insistenti appelli e istanze di accesso agli atti al Ministero della Salute, al Comitato Tecnico Scientifico, alle Regioni e all’IZS (della Lombardia ed Emilia Romagna). Gli esami sono stati effettuati ad agosto, perciò le autorità sanitarie erano già a conoscenza del fatto da mesi, ma hanno scelto di non darne notizia. L’Italia si aggiunge a una lunga lista di Paesi in cui i visoni sono risultati positivi al coronavirus. Il virus è stato rilevato anche in vari allevamenti presenti in Olanda, Danimarca, Spagna, e Stati Uniti. Migliaia di animali sono stati uccisi per scopi dichiarati preventivi.
La diffusione del coronavirus negli allevamenti di visoni
È dimostrato che i primi focolai negli allevamenti di visoni derivano proprio dalla trasmissione del virus da parte di persone addette agli animali. Il coronavirus è un virus che muta e questo è una preoccupazione per la comunità scientifica, perché si possono generare variazioni del virus capaci di sfuggire ai vaccini in fase di sperimentazione. È stato dimostrato che nei visoni il virus, nel passaggio dall’animale all’essere umano, è mutato e potrebbe persistere per lungo tempo e rappresentare un problema per la saluta pubblica.
Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali, ha dichiarato: «La scelta del Governo di continuare a tenere aperti questi allevamenti, crudeli verso gli animali e pericolosi per la nostra comunità, è indifendibile.
Molti paesi europei li hanno già vietati perché è stata data priorità alle preoccupazioni per il benessere degli animali e alla salute pubblica. La priorità del Governo italiano invece è quella di preservare gli interessi dell’industria della pelliccia».
Chiudiamo gli allevamenti di visoni
Per questa ragione dal 9 al 15 novembre scriveremo ai politici e sui social, utilizzando tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per chiedere a gran voce la chiusura degli allevamenti di visoni anche in Italia. Per farlo abbiamo organizzato una Settimana d’azione online.
Solo insieme possiamo fare la differenza: questo è il momento giusto per fermare questa crudeltà una volta per tutte.