All’esterno di un allevamento di maiali in provincia di Pavia abbiamo rinvenuto decine di carcasse in avanzato stato di decomposizione, abbandonate in un cassone senza alcuna copertura. Abbiamo prontamente allertato le autorità per chiedere controlli immediati e impedire uno smaltimento abusivo.
Le immagini filmate dal nostro team investigativo sono state diffuse al Tg1 in un servizio andato in onda lo scorso 4 settembre e, dopo la nostra denuncia, le autorità hanno intimato ai responsabili di provvedere immediatamente allo smaltimento, comminando anche sanzioni. Ringraziamo i Carabinieri Forestali e l’ATS di Pavia per l’intervento immediato.
L’ispezione nell’allevamento
Tutto è iniziato pochi giorni prima di Ferragosto, quando abbiamo ricevuto una segnalazione che lamentava odori nauseabondi nei pressi di un allevamento situato in provincia di Pavia. Il nostro team investigativo si è subito attivato e, grazie a diverse ispezioni effettuate in più giorni anche con l’utilizzo di un drone, è riuscito a documentare decine di cadaveri abbandonati a cielo aperto in un cassone. Le carcasse, tra cui alcuni scheletri intatti di animali morti e abbandonati da mesi, sporgevano dal bordo del cassone, rilasciando i fluidi corporei del processo di decomposizione sul terreno circostante.
Guarda il video dell’ispezione
Si tratta di un’operazione illegale, effettuata presumibilmente per risparmiare i costi dello smaltimento, e che può provocare danni ambientali, compromettere la qualità dell’aria, inquinare le falde acquifere ma anche innescare zoonosi, le malattie infettive degli animali trasmissibili all’essere umano. Ai sensi del Regolamento (CE) n. 1069/2009, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale, le carcasse non destinate al consumo umano sono considerate “sottoprodotti di origine animale”, devono essere conservate in idonee celle frigorifere e smaltite nel più̀ breve tempo possibile tramite invio a impianti di incenerimento o co-incenerimento.
Non è la prima volta che documentiamo cadaveri di animali abbandonati all’esterno degli allevamenti. Nel febbraio del 2019 all’esterno di un grosso allevamento di maiali e bovini, abbiamo scoperto un vero e proprio cimitero all’aria aperta, con decine di maiali e un vitello senza la testa in stato di decomposizione.
«La zootecnia è un settore economico in forte crisi, nel quale si muovono figure spregiudicate disposte a tutto per aumentare i magri margini di guadagno: maltrattamento degli animali, insensibilità verso l’ambiente e caporalato sono i principali illeciti, spesso presenti tutti e tre insieme.» Alessandro Ricciuti, Responsabile dell’ufficio legale di Essere Animali
Criticità anche all’interno dell’allevamento
Durante le ispezioni, il nostro team investigativo ha filmato anche le condizioni degli animali allevati all’interno dei capannoni. Le immagini mostrano una situazione igienica critica all’interno dei recinti, con i maiali costretti a vivere tra sciami di insetti su pavimenti ricoperti di uno spesso strato di escrementi e urina.
Gli animali inoltre erano tutti mutilati della coda, una circostanza che conferma l’utilizzo nell’allevamento della procedura del taglio sistematico della coda, un’operazione illegale nell’Unione Europea, ma purtroppo ancora molto diffusa in Italia. Questa mutilazione, eseguita nella quasi totalità dei casi senza l’utilizzo di anestesia e analgesia su maiali di pochi giorni di vita, viene effettuata per limitare le morsicature fra gli animali i quali, stressati dal sistema intensivo di allevamento, tendono ad aggredirsi fra loro. Per prevenire il cannibalismo andrebbero invece adottate una serie di misure, tra cui l’utilizzo di arricchimenti ambientali, ovvero materiali che consentono agli animali adeguate attività di esplorazione e manipolazione, ma anche garantite densità di allevamento ridotte e un ambiente pulito e asciutto, dove i maiali possano coricarsi senza imbrattarsi dei loro escrementi. Misure riportate anche nella Raccomandazione UE 2016/336 relativa all’applicazione della direttiva 2008/120/CE del Consiglio, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini in relazione alle misure intese a ridurre la necessità del mozzamento della coda, ma in Italia non ancora attuate dalla quasi totalità degli allevamenti.
Ecco perché il nostro lavoro di indagine e denuncia è così importante. Interveniamo nelle situazioni più difficili e a rischio, documentando comportamenti passibili di reato verso gli animali e l’ambiente e muovendo azioni legali contro i responsabili.