L’aberrante evoluzione degli allevamenti, ieri su Rai3
Anche nella seconda puntata del programma di inchiesta “Indovina chi viene a cena”, sono state utilizzate immagini provenienti dalle nostre indagini, in particolare riguardanti polli e mucche da latte, del cui sfruttamento sono state mostrate le estreme conseguenze sul loro organismo.
Il servizio dal titolo “Cosa mangeremo?” di Sabrina Giannini ha mostrato a 1 milione e 760 mila telespettatori come la tecnologia stia rispondendo alla crescente domanda di prodotti di origine animale con soluzioni aberranti, controproducenti sia per la salute degli animali che per la sopravvivenza della nostra specie.
Vi siete mai chiesti perché la carne di pollo costa così poco?
Per far fronte a una crescita sempre maggiore e senza controllo dei consumi di prodotti di origine animale, abbiamo plasmato il corpo degli animali affinché fosse più produttivo. È il caso del pollo “broiler”, un ibrido il cui un tasso di crescita è superiore del 400% rispetto al predecessore allevato nel 1950. Si sono creati degli enormi polli di Frankenstein con terribili conseguenze per il loro metabolismo e la loro salute. Oggi il 90% del pollo da carne in vendita in tutto il mondo è di questo tipo.
Il falso equilibrio della frisona
Sabrina Giannini è andata a visitare la Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona, una delle più importanti d’Europa. Le sono state mostrate magnifiche mucche frisone trattate come delle modelle a una sfilata. Questo video mostra la facciata di un’industria crudele.
Rispetto al 1972 la produzione giornaliera di latte di una mucca frisona è passata da 18 a 33 litri, con picchi di 40. Come per il pollo, anche in questo caso le esigenze di mercato hanno portato a selezionare mucche sempre più produttive e più feconde. Si sono battuti tutti i record, tranne quello della durata della vita: una mucca non può sostenere a lungo una produzione così elevata ed è quindi destinata a diventano hamburger a basso costo entro i 5 anni e a essere sostituita nella filiera da un nuovo animale.
I rischi della manipolazione genetica
Non solo selezione, ma anche ingegneria genetica. Per anni l’uomo ha selezionato cani, maiali e tanti altri animali portando avanti incroci per ottenere le caratteristiche desiderate. Ma ora, così come abbiamo fatto per i vegetali, stiamo cominciando a modificare direttamente il corredo genetico degli animali in laboratorio. Il primo animale largamente consumato ad affrontare questo destino è il salmone. Viene presentata come una risorsa per l’umanità, ma per il pianeta cosa sarà?
L’impatto sull’ambiente degli allevamenti intensivi
Gli scienziati hanno più volte avvisato i nostri politici sull’enorme impatto ambientale e sulla vasta produzione di gas serra derivati dagli allevamenti, quest’ultima superiore addirittura a quella dell’insieme di tutti i mezzi di trasporto. Eppure gli organi mondiali delegati a trovare soluzioni per contenere il riscaldamento globale non sono mai intervenuti sull’allevamento industriale. Piuttosto, come in Olanda, ci si sta ingegnando su come costruire allevamenti in un mondo in cui lo scioglimento dei ghiacci avrà sollevato di molto il livello del mare.
Un enorme spreco alimentare
3/4 dei campi agricoli del pianeta è coltivato per produrre vegetali destinati a diventare mangime per gli allevamenti, ma una volta che gli animali vengono convertiti in cibo essi apportano al nostro organismo molte meno proteine. La carne bovina è quella con l’impatto maggiore: la produzione dei mangimi e i pascoli per ottenerla sono tra le cause principali del disboscamento dell’Amazzonia.
L’umanità sta andando nella direzione sbagliata
La produzione alimentare industriale sta distruggendo la maggior parte degli ecosistemi e con l’aumento della popolazione l’effetto è destinato a farsi ancora più forte. L’IPCC, il comitato scientifico dell’ONU per il clima, ha messo in chiaro che per ridurre il riscaldamento globale è necessario agire subito sulle nostre abitudini alimentari.
Il nostro destino è profondamente collegato all’alimentazione che decideremo di sostenere. Ciò che è chiaro da questo servizio è che la strada attuale non è quella che può garantire né agli animali né a noi un futuro felice.
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