Giacomo Vitali
Web content editor

Si parla sempre di più del fatto che lo sfruttamento animale sia la chiave fondamentale nel passaggio dei virus all’essere umano. Nella puntata di ieri sera sera su Report si è fatta ancora più chiarezza circa la correlazione tra Covid-19, gli allevamenti intensivi e le polveri sottili.

Nello specifico il programma ha messo in luce la relazione diretta che esiste tra lo smaltimento dei liquami animali, che producono grandi quantità di ammoniaca e nitrati, e l’inquinamento atmosferico, fattore che favorisce la diffusione dei virus. Lo sfruttamento animale è quindi doppiamente legato alla propagazione della pandemia, eppure l’Italia e l’Europa continuano a sostenere il mercato della carne con ingenti sussidi in patria e grandi importazioni dall’estero, per esempio dal Brasile, dove i pascoli per gli animali sono diventati la più grande minaccia alla sopravvivenza della foresta Amazzonica.

Gli allevamenti sono un collegamento tra i virus e l’essere umano

Il coronavirus è stato trasmesso dagli animali selvatici all’essere umano, e oggi si è certi che il passaggio di specie sia avvenuto attraverso un animale “intermediario”, venduto in alcuni degli ormai famosi mercati cinesi. Il passaggio di specie di un virus pericoloso per l’uomo è già avvenuto in passato attraverso animali sfruttati dall’essere umano. Basti ricordare il morbo della mucca pazza o più recentemente l’influenza suina e quella aviaria.

Il costo della carne

#Report lunedì 21.20 Rai3Era solo l'inizio di febbraio e Il coronavirus sembrava solo un problema cinese. La visita in questo allevamento intensivo di suini in provincia di Reggio Emilia ci fa capire che il rapporto tra uomo e animale è una materia da maneggiare con cura.

Posted by Report on Saturday, April 11, 2020

Nel video riportato qui sopra, attraverso l’apporto dei nostri investigatori che hanno accompagnato il giornalista Luca Chianca in un allevamento di maiali, è anche chiaro quanto le terribili condizioni igieniche degli allevamenti intensivi favoriscano l’insorgere e la propagazione di epidemie tra gli animali, premesse ideali alla proliferazione di virus pericolosi anche per gli esseri umani.

Gli allevamenti generano più polveri sottili di industria e veicoli leggeri

Gli allevamenti producono enormi quantità di liquami durante l’anno, che vengono prima stoccati e poi dispersi nei terreni agricoli. L’ammoniaca prodotta dalle deiezioni si libera in atmosfera e si combina con altre componenti generando polveri sottili.

Tenendo conto di questo fatto, uno studio Ispra ha indicato gli allevamenti intensivi secondi solo al riscaldamento delle case tra i fattori che contribuiscono alla formazione di Pm10.

polveri sottili in Italia
Il triangolo tra Brescia, Mantova e Cremona, quello con il maggior numero di allevamenti intensivi d’Italia, ha la più alta densità di emissioni di ammoniaca.
© Report

Nel servizio di Report in particolare si è mostrato come secondo l’Arpa esiste una correlazione tra gli spandimenti e l’aumento del Pm10 in pianura padana. Eppure la Regione Lombardia per tutto il mese di febbraio ha concesso per ben sette volte l’autorizzazione agli spargimenti nella zona del bresciano anche se era in vigore il blocco invernale. E quello che è successo, guardando i dati dell’Arpa, è che nei giorni in cui sono stati autorizzati gli spandimenti ci sono stati diversi sforamenti dei limiti di Pm10 nella provincia di Brescia.

Liquami zootecnici: spargimento fuori controllo in pianura padana

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali consente di inquinare ancora di più l'aria. È stato permesso agli allevatori di spandere i liquami zootecnici nei campi durante l'inverno. Questa decisione ha dirette conseguenze sull'aumento delle polveri sottili nell'aria che già nei primi mesi di quest'anno registra parametri oltre i limiti in tutto il Nord. Legambiente Onlus ha denunciato l'accaduto alla Commissione Europea.

Posted by Essere Animali on Thursday, March 12, 2020

L’inquinamento dei liquami  favorisce la propagazione di virus, compreso il Covid-19

Solo pochi giorni fa la Società italiana medicina ambientale ha pubblicato un position paper dove si ipotizza che il Pm10 abbia aiutato la diffusione del coronavirus in Pianura Padana. Il particolato avrebbe trasportato come un aeroplano le particelle del virus a decine di metri di distanza aumentando i contagi. Lo studio della Sima cita proprio il caso bresciano in cui erano all’opera gli spandimenti di liquami sopracitati e mette in correlazione il numero degli sforamenti di Pm10 con l’aumento della diffusione del Covid-19 nella popolazione.

Gli allevamenti sono la causa principale della deforestazione in Brasile

Per la Yale School of Forestry & Environmental Studies, l’80% della distruzione della foresta amazzonica deriva dalla creazione di pascoli o campi coltivati per il mangime degli animali degli allevamenti. Il fenomeno è ancora troppo poco discusso, ma siamo coinvolti tutti, compreso il nostro paese.

Secondo le stime citate nella trasmissione di Report, la carne bovina della multinazionae Jbs, il primo distributore di carne al mondo più volte accusato di avere fornitori nelle aree deforestate dell’Amazzonia, sarebbe responsabile della produzione di 72 mila tonnellate di CO2 legate alla deforestazione.

Cambiamo le cose, facciamolo insieme e subito

Lo sfruttamento degli animali è due volte fattore della diffusione del coronavirus, seconda causa di inquinamento atmosferico, primo motivo di deforestazione e perdita di biodiversità dell’Amazzonia. Di cosa abbiamo ancora bisogno per capire che dobbiamo cambiare strada al più presto?

Ma per far scomparire gli allevamenti intensivi non basta volerlo: per realizzare questo obiettivo è necessario eliminare o diminuire drasticamente l’uso dei prodotti di origine animale.