10 foto per capire l’enorme macchina dello sfruttamento degli animali
Animali stipati in minuscoli spazi, gli uni sopra gli altri o in fila in attesa della macellazione. Enormi capannoni destinati all’allevamento e l’impressionante lavorazione della carne. Abbiamo scelto 10 potenti immagini che raccontano la vastità dello sfruttamento degli animali.
Per farlo questa volta non mostriamo foto o video realizzati durante le nostre indagini ma ci siamo affidati all’occhio di George Steinmetz, il pluripremiato fotografo americano che regolarmente pubblica i suoi reportage in tutti i più prestigiosi magazine internazionali, dal New York Times al National Geographic.
Con gli scatti raccolti nel progetto “Feed the Planet”, ci racconta con incredibile efficacia l’impatto che hanno le attività umane sugli animali e le problematiche che si ripercuotono sull’ambiente. Immortalando, per lo più con vedute aeree, le mostruose architetture costruite per contenere o processare gli animali ci rivela come in questi luoghi, quelli che a tutti gli effetti sono degli individui vengono trasformati in commodities: materie prime per l’industria alimentare.
La crudeltà dell’industria del latte
È l’allevamento di vitelli più grande degli Stati Uniti con oltre 3.300 animali. I cuccioli vengono allontanati dalla madre dopo le prime ore di vita e trascorrono alcune settimane in questi minuscoli box, da soli e senza la possibilità di effettuare alcun movimento, fino a quando non saranno destinati al macello per diventare carne.
Il consueto sovraffollamento degli animali rinchiusi negli allevamenti
La foto in questione, scattata in un allevamento di tacchini a Clayton County, in Iowa, mostra un situazione quasi identica a quelle che i nostri investigatori hanno documentato più volte in Italia. Gli animali sono rinchiusi in un capannone, il sovraffollamento è evidente e la prospettiva ci offre una distesa di tacchini che pare non finire mai.
Le galline stipate nelle gabbie
Risale al 2015 lo scatto che Steinmetz riserva all’allevamento di galline ovaiole più grande dell’America Latina. Stiamo parlando di uno stabilimento che racchiude 4 milioni di animali per una produzione di uova che raggiunge i 2,7 milioni ogni giorno. Gabbie disposte su più piani, fino a 6, e un sovraffollamento di animali oltre ogni limite (sono circa 26 le galline per ogni gabbia).
La mungitura meccanizzata delle mucche
Sono alcuni frammenti di un video, questa volta, a mostrarci l’impressionante mungitura moderna delle mucche. Siamo in Cina, nella provincia di Anhui, probabilmente nell’azienda lattiero-casearia più grande al mondo e vediamo 1 delle 8 sale dedicate esclusivamente alla mungitura cosiddetta “a giostra”. Qui le mucche sono disposte una accanto all’altra sul macchinario rotante e costrette ad attendere il proprio turno senza alcuna possibilità di muoversi.
La testimonianza di Steinmetz ci racconta, oltre allo sfruttamento animale, anche l’insostenibilità di questa filiera: mucche provenienti dall’Australia, sperma per l’inseminazione dal Canada ed erba medica per l’alimentazione importata dallo Utah.
L’inseminazione artificiale delle scrofe
Le scrofe trascorrono gran parte del loro tempo, in particolar modo durante la gestazione, in piccole gabbie che ne limitano i movimenti. Steinmetz ha avuto accesso a un allevamento del Québec, con ben 225 scrofe, e ha immortalato alcuni momenti dell’inseminazione. In questi scatt, è visibile il figlio del gestore dell’azienda alle prese con alcuni strumenti del mestiere.
La catena di montaggio della lavorazione del pesce
Un altro video testimonia alcuni processi tipici del settore ittico. Le riprese sono state realizzate a Bristol Bay, in Alaska. Alcuni operatori sembrano selezionare il pesce mentre centinaia e centinaia di salmoni scorrono sul nastro trasportatore.
La distesa infinita di box per vitelli
Ancora un allevamento di vitelli, probabilmente il più grande del mondo in questo caso, a Green Bay, nel Wisconsin. Le riprese mostrano un’interminabile sequenza di box riservati ai cuccioli, a dimostrazione dell’alienante organizzazione dietro allo sfruttamento degli animali utilizzati a scopo alimentare.
I capannoni, visti dall’alto, in cui sono rinchiusi milioni di galline
A pochi km da Pechino, ecco l’allevamento di galline ovaiole più grande dell’Asia, con oltre 3 milioni di animali.
Si tratta di una struttura così imponente che gli operai alloggiano nei pressi dell’azienda e sono costretti a non allontanarsi per diverse settimane per evitare l’introduzione di malattie.
Il primo caseificio dedicato ai cammelli
Si tratta di una produzione sconosciuta ai più e lontana dalle nostre abitudini. Ma, in questo caso ad Al Ain in U.A.E, anche i cammelli vengono utilizzati per la produzione di latte e altri prodotti contenenti questo alimento.
Gli operai impegnati nella lavorazione della carne
Un’immagine che immortala la lavorazione di carne di maiale in un’azienda della Cina. Come testimonia Steinmetz, che ha visitato quel reparto nel 2016, gli operai lavoravano con una velocità impressionante, con una produzione che toccava i 32 milioni di animali l’anno.
Le fotografie di George Steinmetz mostrano come lo sfruttamento degli animali abbia raggiunto ormai proporzioni inimmaginabili. La crescente domanda di carne e prodotti derivati ci sta portando a creare allevamenti sempre più grandi, sempre più organizzati e sempre più spaventosi.
Dobbiamo renderci conto che questi luoghi, che sembrano usciti da inquietanti film fantascientifici, sono la realtà a cui stiamo contribuendo giorno dopo giorno. Sono però proprio le scelte quotidiane a poter dare impulso al cambiamento: optare per un’alimentazione vegetale è la cosa migliore che possiamo fare per cancellare questi luoghi di tristezza e sofferenza.
È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!