Su Rai 3 il nesso tra sfruttamento degli animali e il COVID-19
Nella serata di ieri è andata in onda la prima puntata della nuova stagione di “Indovina chi viene a cena”, il programma d’inchiesta che parla di ambiente, sostenibilità, alimentazione e animali, ideato e condotto da Sabrina Giannini.
Durante il servizio, dal titolo “Il virus è un boomerang”, la giornalista si è focalizzata sull’attuale emergenza del Covid-19. A partire dalle cause ne ha ricostruito la storia, per poi analizzare quali siano le condizioni per non rivivere pandemie analoghe in futuro. Nell’ultima parte della puntata, quando il focus si è spostato sugli allevamenti intensivi e l’utilizzo di farmaci per limitare le malattie che si sviluppano al loro interno, sono state trasmesse immagini che la giornalista ha realizzato negli ultimi mesi con la collaborazione del nostro team investigativo.
Il virus che nasce in Cina e contagia il mondo intero
La giornalista parte proprio dalla Cina, dove alcuni mesi fa aveva realizzato un’inchiesta in cui mostrava l’enorme quantità di animali selvatici venduti nei mercati. Nei paesi orientali molti animali sono consumati perché la loro carne è considerata prelibata da alcune comunità locali, ma soprattutto perché molti organi, secondo la medicina orientale, hanno proprietà miracolose per la cura di alcuni malanni.

© Noel Celis / AFP
Per questi motivi molte specie vengono cacciate in modo indiscriminato e sono a rischio estinzione, come il cavalluccio marino, l’antilope Saiga e il pangolino. Il Covid-19 sarebbe così partito da un “wet market” cinese per giungere in tutto il mondo, provocando la morte, a oggi, di circa 34.ooo persone e contagiandone oltre 720.000. Ma le pandemie causate da virus provenienti dagli animali sono molte.
Le altre epidemie originate da malattie zoonotiche
Dal secondo dopoguerra si sono verificate centinaia di epidemie provenienti dagli animali, e sono in costante aumento. Secondo l’OMS, il 75% delle nuove patologie umane infettive è di origine zoonotica.
Sabrina Giannini ripercorre le grandi piaghe che, dal ‘900 a oggi, hanno colpito gli esseri umani. La triste carrellata annovera, tra le altre: la spagnola, l’influenza asiatica, la Nipah, la suina, la Sars, la Mers e persino l’Ebola, malattie che sono state causa di migliaia di morti. Si tratta di epidemie alle quali ci esponiamo con le nostre attività impattanti per il pianeta: da una parte devastiamo gli ecosistemi, depredandone le risorse, dall’altra ci esponiamo ai contagi.
Gli allevamenti intensivi e l’antibiotico-resistenza
Non solo dagli animali selvatici può avvenire “il salto di specie” è accaduto più volte che i virus siano passati dagli animali agli umani anche tramite polli, anatre o maiali allevati. Il crescente aumento, a livello globale, del consumo di carne ha raggiunto negli ultimi anni numeri incredibili anche in quei paesi tradizionalmente carenti di carne nella loro alimentazione.
Cifre che inevitabilmente richiedono una produzione e un numero di animali allevati oltre ogni misura. Siamo arrivati a costruire capannoni immensi, addirittura su più piani in molti casi, con animali privati della possibilità di espletare qualsiasi bisogno etologico, sottoposti a continue sofferenze. Come abbiamo documentato più volte, dividono il poco spazio con altre migliaia di individui, tra i loro escrementi e in condizioni pessime che non fanno altro che esporli con estrema facilità alle malattie.
Negli ultimi mesi il nostro team investigativo ha lavorato con Sabrina Giannini accompagnandola in diversi allevamenti. Ieri sera sono andate in onda le prime immagini di questi controlli.
Guarda il video realizzato con i nostri investigatori
Per limitare questo problema, gli allevatori ricorrono all’utilizzo di antibiotici, spesso a uso preventivo. In Italia il 70% degli antibiotici venduti viene destinato agli animali (siamo il terzo paese in Europa). Un uso indiscriminato che ci sta portando a un’altra emergenza: l’antibiotico-resistenza, ovvero la capacità dei batteri di resistere ai farmaci e mutarsi, fino a sopravvivere. Nel nostro paese sono 10.000 le morti contate ogni anno a causa di questo fenomeno, vale a dire praticamente un terzo di quelle dell’intera Europa (33.000).
Quello che accade agli animali non ti piacerà. Ma per cambiare le cose, prima bisogna conoscerle.
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