Le migliori notizie del 2019 per gli animali e l’ambiente
Il successo di Greta e un risvegliato ambientalismo, l’impennata del consumo di latte vegetale, e poi la crisi delle pellicce, passando per la gustosa offerta di cibi vegani nei Fast Food e nelle mense universitarie. Ripercorriamo le migliori notizie degli ultimi 12 mesi per gli animali e l’ambiente.
Greta, dallo sciopero in solitaria ai milioni di giovani per i Fridays for Future
Il Time l’ha appena nominata personaggio dell’anno e non poteva essere altrimenti. Greta Thunberg, sedici anni, ambientalista e vegana, inizia a farsi notare per il suo curioso sciopero per ridurre l’impatto sul pianeta. Ogni venerdì, infatti, dagli ultimi mesi dello scorso anno Greta decide di saltare la scuola per protestare contro i cambiamenti climatici.
Sulla scia del suo entusiasmo nasce il movimento “Fridays for Future”. Milioni di giovani riempiono le piazze e invadono le città di tutto il mondo per protestare contro i cambiamenti climatici. Al di là di tutte le polemiche che ha suscitato è innegabile che grazie a lei si torna concretamente a parlare di ambiente e a ridiscutere il futuro di un pianeta che appare sempre più compromesso.
Latte vegetale in forte aumento
Cala il consumo di latte vaccino e aumenta la domanda delle alternative vegetali come soia, riso, avena, mandorla e cocco. Sono molti, ormai, a preferire una bevanda vegetale al più tradizionale latte di mucca.
Solo in Italia, secondo Assolatte, negli ultimi 5 anni i consumi di latte vaccino sono diminuiti di 250 milioni di litri, con un consumo pro-capite calato del 24%. A livello globale, invece, da segnalare il recente fallimento del colosso Dean Food, il più grande produttore di latte statunitense.
Cambiano le abitudini, crescono le intolleranze e il consumatore si mostra sempre più attento all’ambiente e sensibile nei confronti degli animali, trattati dall’industria come macchine e scartati non appena diminuisce la produzione. Secondo uno studio promosso dall’Università di Oxford, il valore di mercato di questo settore crescerà in modo esponenziale e raggiungerà i 34 miliardi di dollari entro il 2024.
La crisi inarrestabile delle pellicce
L’industria delle pellicce sta incontrando difficoltà sempre maggiori e nel 2019 la crisi è stata conclamata anche dagli specialisti di settore.
Versace, Armani, Gucci, Hugo Boss, sono solo alcune delle aziende ad aver scelto collezioni e abiti “fur free” negli ultimi anni. Nel 2019 a loro si sono aggiunti due nomi di gran peso nel settore: Prada e Karl Lagerfeld.
La California, lo scorso ottobre, è diventata il primo Stato a vietare, a partire dal 2023, la produzione e la vendita di abiti, scarpe o borse contenenti pelliccia di animale. Passi confortanti anche in Europa, dove sempre più paesi stanno vietando l’allevamento di animali da pelliccia, ultimo a farlo quest’anno la Slovacchia. Nel corso del 2019 in Germania ha inoltre chiuso l’ultimo allevamento di visoni.
Il mercato è in crisi anche in Italia: nel nostro paese il numero di allevamenti di visoni diminuisce anno dopo anno e negli ultimi mesi abbiamo potuto rendere pubblica la chiusura di altri 4.
Foie gras, aumentano i risultati positivi
New York ha fatto notizia in tutto il mondo con il divieto di vendita e utilizzo nei ristoranti del foie gras. Si tratta del secondo stato, dopo la California, a fare questa importante scelta etica.
La nostra campagna #ViaDagliScaffali per spingere i supermercati a non vendere più il foie gras, continua incassando consensi. L’iniziativa, partita nel 2015 in seguito a un’indagine in alcuni allevamenti francesi di anatre e oche destinate alla produzione del “fegato grasso”, ha ottenuto un risultato importante anche nel 2019: anche Carrefour prende posizione, un traguardo ancora più importante considerando che il marchio è di origine francese.
I fast food aprono con successo alle proposte veg
KFC, Burger King, McDonalds. Ormai anche le grandi catene di Fast Food, ben consci della richiesta sempre maggiore dei cibi vegetali, iniziano a proporre varie alternative. Le grandi catene fanno squadra con società come Beyond Meat e Impossible Foods, e creano nuove alternative come le crocchette di pollo in versione vegetale e burger vegani.
Si può sostenere che sia solo una mossa di marketing per generare ulteriore profitto, ma potrebbe davvero essere un passaggio utile per far diventare l’alimentazione veg sempre più mainstream e ridurre i consumi di carne.
Università pioniere del cambiamento
Anche le Università aprono al cibo veg. Nelle mense degli atenei infatti, cala il consumo di carne a favore di alternative completamente vegetali. Ormai, sempre più scienziati sono d’accordo nell’affermare che evitare o per lo meno ridurre drasticamente l’uso di prodotti di origine animale, sia uno dei migliori modi per combattere il cambiamento climatico.
Così, anche le Università corrono ai ripari e mettono mano ai propri menù. Su tutte, l’Università di Coimbra in Portogallo e l’Università di Goldsmiths a Londra, che annunciano cambiamenti epocali. La prima ha annunciato che dal prossimo anno eliminerà completamente la carne rossa dalle mense scolastiche, incentivando così un’alimentazione più sostenibile. L’Università inglese invece, mette al bando la carne di manzo – una delle principale cause di dispersione di metano nell’atmosfera – dalla mensa e da tutti i negozi di cibo del campus. Significativi passi avanti per di ridisegnare un futuro più ecologico, sostenibile e privo di violenza partendo dai cittadini del futuro.
Ci attende un 2020 promettente, stimolante, denso di lavoro e con molti di obiettivi da raggiungere. Sostieni la campagna #PuntiamoiRiflettori, fino al 31 dicembre ogni aiuti che ci darai varrà doppio!