In Italia si importa carne che porta al disboscamento dell’Amazzonia


Giacomo Vitali
Web content editor

Da gennaio ad agosto 2019 ci sono stati 74.000 incendi nelle foreste dell’Amazzonia. Secondo l’Amazon Research Institute sono da ricondurre alla volontà di far spazio a nuovi allevamenti bovini e a nuove coltivazioni intensive di soia destinate al foraggio animale.

Ma dove vanno a finire i prodotti di queste attività?

Il mangime e la carne ricavati dal disboscamento sconsiderato di queste terre finiscono in tutto il mondo, Italia compresa.

L’inchiesta di Francesco de Augustinis diffusa sul Corriere Della Sera ha infatti messo in luce come noi italiani siamo tra i massimi importatori di carne brasiliana contribuendo in modo diretto al disboscamento dell’Amazzonia.

Allevamenti al posto delle foreste

Dall’approfondimento del quotidiano, si evince che il grosso della carne proveniente dal Brasile deriva da allevamenti intensivi che non garantiscono una qualità costante. Per questo motivo la carne brasiliana non la vediamo in vendita nei supermercati, ma viene invece usata nei prodotti industriali come la carne in scatola, oppure nella ristorazione di basso livello.

Con più di 27 mila tonnellate di carne bovina importata ogni anno (dati Eurostat 2018) l’Italia è la seconda compratrice di manzo brasiliano in Europa. Questo dato, incrociato con i rilevamenti dell’Osservatorio Imazon, risulta molto preoccupante. Itaumaria Pereira, analista dell’istituto, dichiara infatti:

«Abbiamo mappato 158 macelli in Amazzonia. Molti vendono sia in Brasile che all’estero e comprano gli animali in almeno l’88% delle aree deforestate di recente

L’Italia è uno dei paesi che ricevono carne brasiliana da queste zone. Insieme al Regno Unito risulta il primo acquirente della multinazionale JBS, la più grande azienda di carne del mondo più volte accusata di avere fornitori nelle aree deforestate dell’Amazzonia. Il colosso dovrà ora far chiarezza sulla provenienza di tutte le carcasse per procedere a nuovi acquisti e in attesa che ciò avvenga sono attualmente sotto embargo amministrativo due impianti di trasformazione.

Perché tutto questo è stato possibile?

deforestazione per produrre carne
Secondo Greenpeace Brazil tra agosto 2017 e luglio 2018 sono stati tagliati 1.885 miliardi di alberi in un’area dalle dimensioni di 987.500 campi da calcio.
© Ap photo

Qualcosa per ostacolare il fenomeno in Brasile si è fatto, ma Pereira spiega:

«Anche se il macello rispetta qualche accordo con l’ufficio del procuratore federale [ … ] questi accordi valgono solo per i fornitori diretti, che sono gli ultimi che hanno allevato gli animali. Ma da quando gli animali nascono a quando sono macellati ci sono almeno altri due passaggi in mezzo e nessuno li traccia

Il caso della carne brasiliana non è isolato. La creazione di pascoli o di mangime per l’allevamento è il fattore più impattante quando si parla di cambiamento d’uso del suolo e di conseguenza una delle principali cause di perdita di fauna e flora selvatica. Gli implacabili incendi dell’Amazzonia ci mettono di fronte a questa realtà in tutta la sua brutalità. È ora di prendere posizione.