A Report le terribili immagini dei nostri investigatori negli allevamenti di maiali


Giacomo Vitali
Web content editor

Su Rai 3, è andato in onda il servizio di Report “La Porcata”, un modo provocatorio per definire le irregolarità che avvengono all’interno degli allevamenti fornitori del Prosciutto di Parma e San Daniele.

Guarda il servizio di Report

Le illegalità perpetuate sui maiali

Grazie al nostro supporto, Report ha mostrato come in diversi allevamenti fornitori dei famosi marchi sopracitati la coda dei maiali sia tagliata in maniera routinaria, nonostante questo sia vietato dal 2008. Si tratta di una pratica ancora estremamente diffusa, effettuata, secondo i controlli svolti dalla Commissione Europea nel 2017, sulla quasi la totalità dei maiali allevati in Italia. In questo caso chi avrebbe dovuto vigilare erano i veterinari, ma così non è stato.

Nel servizio, il portavoce di Essere Animali Simone Montuschi mostra altre irregolarità riscontrate:

  • maiali castrati a circa due mesi di vita dagli operai dell’allevamento e senza l’uso di anestesia né analgesia, nonostante la legge preveda che l’operazione, su suinetti nati da oltre sette giorni, sia condotta da un veterinario e con l’utilizzo di farmaci per mitigare il dolore sia durante che dopo l’operazione;
  • personale non qualificato che interviene su un maiale con un prolasso rettale, a cui viene inserita manualmente la parte di intestino fuoriuscita con il prolasso, prima di chiudere l’orifizio anale dell’animale con una spilla da balia, un intervento raccapricciante e molto doloroso;
  • animali lanciati violentemente, provocandone anche il ferimento;
  • una scrofa malata incapace di muoversi pungolata con una pistola elettrica;
  • un maiale ucciso a martellate sul muso, inferte per oltre 30 minuti prima che sopraggiunga la morte

La truffa per i consumatori

Attraverso l’inchiesta di Emanuele Bellano, Report ha messo a nudo come la produzione di Prosciutto di Parma e San Daniele, entrambi prodotti DOP, sia stata ampiamente “contaminata” con seme di suino danese Duroc, un animale che al momento della macellazione presenta meno grasso e quindi meno ‘scarti’, dunque più redditizio. Il problema nasce dal fatto che la razza danese non è quella indicata dal disciplinare per la produzione di questi prosciutti e non può essere utilizzata. Gli ispettori del Ministero dell’Agricoltura hanno sequestrato il 20% della produzione annua di questi marchi. 200 allevatori sono tuttora indagati.

L’inizio della frode sembra risalire al 2008. Per oltre 10 anni i consumatori che hanno acquistato Prosciutto di Parma e San Daniele sono stati quindi truffati. L’inchiesta di Report ha mostrato come gli istituti certificatori predisposti al controllo di eventuali frodi, i quali dovrebbero essere terzi e indipendenti, siano in realtà di proprietà degli stessi consorzi del Prosciutto di Parma e San Daniele. Il conflitto di interessi è palese.
Ma non è tutto. Secondo Report ancora oggi questa truffa viene portata avanti, con chiari danni ai consumatori.

I risultati concreti delle nostre indagini

Quello documentato dai nostri investigatori e reso noto da Report non è un caso isolato.

Le indagini sui fornitori di questo marchio vanno avanti dal 2016, quando i nostri investigatori trovarono un allevamento con maiali in condizioni igieniche disastrose, ferite esposte e animali malati e sofferenti.

Abbiamo documentato situazioni simili anche nel 2017 e più di recente nel 2018, quando in collaborazione con il Daily Mail, uno dei più importanti media britannici, abbiamo trovato centinaia di maiali morti a stretto contatto con quelli vivi all’interno di un grande allevamento.

Il risultato più importante di queste indagini è arrivato proprio quest’anno: a febbraio è stato avviato il primo processo in Italia a carico del legale rappresentante di un allevamento di maiali imputato del reato di maltrattamento di animali.

Per la seconda volta in cinque mesi il materiale ottenuto attraverso l’attività del nostro team investigativo contribuisce alle inchieste di Report, permettendo a 1.403.000 di persone – secondo i dati d’ascolto – di conoscere da vicino cosa avviene all’interno degli allevamenti. Per noi è un grande successo.

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