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Una mucca partorisce poco prima di essere uccisa e il macellaio decide di salvarla


Giacomo Vitali
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I macelli sono luoghi dove di solito gli animali trovano soltanto una triste fine. Questa volta però una mucca, non solo è sfuggita a una morte orribile all’interno di un mattatoio californiano, ma ha anche dato alla luce una nuova vita.

Come ha fatto a salvarsi?

Rosita, così ribattezzata dalle persone che ora si stanno prendendo cura di lei e del suo piccolo, era in fila per essere macellata, come molte altre sue compagne insieme a lei. Il caso ha voluto che nel momento in cui si è trovata a pochi minuti dall’essere stordita e uccisa, questa mucca abbia partorito un piccolo vitello, una femmina.

In queste situazioni non si va per il sottile nei macelli: il vitello viene ucciso e gettato insieme agli scarti, mentre la mucca prosegue verso la macellazione impaurita, esausta e traumatizzata. Il motivo per cui tutto ciò non si è verificato anche questa volta è che il proprietario del macello, mosso da pietà, ha contattato il santuario The Gentle Barn, un luogo in cui, come nei rifugi presenti in Italia, vengono recuperati animali considerati “da reddito” dando loro la possibilità di avere una vita senza preoccupazioni.

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Come può succedere che una mucca incinta finisca al macello?

📷 © Essere Animali

In genere il ciclo di inseminazione e parto si ripete per tre o quattro volte prima che la produzione di latte, dopo una vita sfiancante trascorsa a essere munte due volte al giorno e a portare avanti gravidanze, cominci a calare. Quando questa situazione si verifica, di norma a quattro o cinque anni di età, a un’azienda non conviene più tenere in vita l’animale e preferisce mandarlo direttamente al macello. Diventerà carne di seconda scelta.

Non dovrebbe succedere ma può quindi capitare che finisca al mattatoio una mucca inseminata. Ancora più raro e terribile è che al macello ne arrivi una prossima al parto, tuttavia la situazione in cui si è trovata Rosita con la sua piccola non è un caso isolato.

La storia di questa mucca ha avuto un lieto fine e ciò non può che rincuorarci. Si tratta però di una vicenda che evidenzia ancora una volta l’idea grottesca alla base degli allevamenti intensivi, ovvero che gli animali siano prodotti e non individui. Non è così: sono esseri senzienti, con personalità specifiche e in grado di provare emozioni.

Essere la fonte della loro sofferenza non è necessario. Se vuoi provare anche tu a cambiare per loro, per la tua salute e per l’ambiente, l’occasione giusta è dal 20 al 26 maggio: partecipa alla #SettimanaVeg!