Biodiversità: l’impatto dei cibi di origine animale su fauna e flora selvatica
La Giornata della Biodiversità dovrebbe essere un momento per celebrare la diversità delle specie del nostro pianeta, ma è ormai una data per porre l’attenzione innanzitutto su un dato: siamo di fronte alla sesta estinzione di massa della Terra e solo noi possiamo fare qualcosa per fermarla.
Habitat a rischio e alimenti di origine animale
La riduzione dell’habitat naturale è la prima causa della diminuzione di fauna e flora selvatica e la produzione di carne, latte e uova è a sua volta il principale propulsore di questo fenomeno. L’allevamento, per via della coltivazione del mangime necessario per sostenerlo, è infatti è il fattore più impattante quando si parla di cambiamento d’uso del suolo.
In una ricerca che ha raccolto i dati tra il 1960 e il 2011, è risultato che la produzione di alimenti di origine animale è stata responsabile del 65% della conversione dei terreni e dell’espansione delle coltivazioni a livello globale, a discapito di foreste, savane e terreni erbosi.
Il problema dei mari non è da meno. Secondo il biologo Boris Worm se si continua a mangiare pesce ai ritmi attuali – e quindi ad avere un livello di pesca tale per sostenerlo – entro il 2048 tutti i pesci che siamo abituati a consumare potrebbero scomparire dal Mediterraneo.
Inoltre i metodi di pesca industriale, in particolare le reti a strascico, portano alla cattura e alla morte indiscriminata di tutti gli animali che incontrano sul loro cammino, indipendentemente dalla specie. Si stima che il 40% del pescato non arrivi nemmeno sulle tavole dei consumatori proprio perché composto da animali non commercializzabili. Allo stesso tempo gli allevamenti intensivi di pesce non sono una soluzione. Basti pensare che nel 2013 la FAO aveva stimato che circa il 16% della produzione ittica mondiale fosse destinato all’acquacoltura.
I dati allarmanti sulla biodiversità
A Parigi il 10 maggio scorso, sono stati presentati all’Unesco i preoccupanti risultati del rapporto dell’Ipbes, la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e sui servizi degli ecosistemi.
Da questo studio emerge che che il 75% delle terre emerse e circa il 66% dell’ambiente marino siano stati pesantemente modificati dalle azioni umane. Ciò che ne consegue è allarmante:
un milione di specie animali e vegetali è destinato ad estinguersi in tempi brevi, vale a dire una specie ogni otto.
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Posted by Essere Animali on Thursday, May 16, 2019
È quindi bene ricordare che uno dei modi più efficaci per ridurre il declino delle specie selvatiche è scegliere un’alimentazione più sostenibile, evitando i prodotti di origine animale.
Ogni volta che ci sediamo a tavola infatti possiamo contribuire a creare un mondo migliore. Calcola l’impatto della tua alimentazione: seleziona un alimento dalla lista, indica quante volte lo consumi e scopri l’effetto su suolo, aria, acqua e animali.