La Pasqua vuol dire ancora sofferenza per gli agnelli, ma le cose stanno cambiando


Giacomo Vitali
Web content editor

Ogni anno la Pasqua arriva e così anche l’impegno di associazioni animaliste e testimonial che cercano in tutti i modi di farsi sentire per dire una cosa in apparenza molto banale, ma che ancora non lo è per chiunque: l’agnello è un cucciolo che ha il diritto di crescere e vivere felice.

I risultati di questa mobilitazione si vedono e le persone sono sempre più empatiche rispetto al problema. Grazie all’effetto sull’opinione pubblica delle battaglie degli attivisti e delle indagini degli investigatori, il consumo di carne di agnello è infatti in costante diminuzione.

Secondo i dati Istat, dal 2008 al 2018 gli agnelli macellati in Italia sono passati da 4.974.777 a 2.258.606. Parliamo del 45% in meno in 10 anni.

Il dato è assolutamente incoraggiante. Nonostante non includa le macellazioni illegali e le importazioni, si tratta inequivocabilmente di un successo e di un segno che le cose possono cambiare.

Sappiamo bene tuttavia che la sofferenza degli agnelli non è finita. Anzi, in passato, in diverse nostre indagini diffuse anche dai tg, abbiamo documentato più volte come la triste uccisione di questi cuccioli a un mese dalla nascita, si accompagni di frequente a irregolarità e pratiche crudeli. Purtroppo tutto ciò continua ancora oggi.

Attenzione immagini cruente

Questo video è stato realizzato da un ex-lavoratore di un macello italiano. Le scene sono molto forti, ma abbiamo comunque deciso di diffonderle perché crediamo che la realtà non vada tenuta nascosta.
Gli animali di queste immagini sono agnelloni, ovvero pecore di poche settimane più grandi degli agnelli. Anche per loro a Pasqua si registra un aumento delle macellazioni.

Per legge gli animali in attesa di essere macellati non dovrebbero assistere all’uccisione dei loro simili. Ma nel caso documentato vengono lasciati agonizzare uno accanto all’altro sul pavimento. Lo stordimento inoltre non sembra essere efficace e gli animali subiscono il taglio della gola quando sono presumibilmente ancora coscienti.

La Pasqua è un momento di festa, perché non può esserlo anche per loro? Fermare l’uccisione di questi cuccioli terrorizzati e strappati alle proprie madri è possibile. Non si tratta di un’utopia, dipende solo da noi.

Dai il tuo contributo, a Pasqua scegli anche tu di non mangiare carne di agnello. Esistono moltissime alternative per un pranzo pasquale senza sofferenza.