“Berresti latte di cane?” L’esperimento sociale per riflettere sul ruolo degli animali


Giacomo Vitali
Web content editor

In una strada trafficata di Bologna abbiamo voluto mettere alla prova i passanti.

Alcuni dei nostri attivisti si sono finti venditori della Appenzeller Hundemilk, una fantomatica azienda pronta ad importare per la prima volta in Italia un prodotto decisamente inusuale: latte di cane.

Alle persone che passavano ignare davanti al nostro banchetto, abbiamo offerto assaggi di quello che in realtà era semplice latte di riso.

Se inizialmente la reazione delle persone è stata soprattutto di stupore, quando i venditori hanno cominciato a descrivere come avveniva la produzione di quell’improbabile latte canino, la gente ha iniziato a condannare in modo unanime il prodotto.

Quello che abbiamo raccontato è semplicemente che i “cani da latte” venivano allevati allo stesso modo delle mucche: rinchiusi in capannoni senza la possibilità di stare all’aperto; femmine inseminate artificialmente; cuccioli separati dalle madri appena nati, in modo che il latte sia destinato al consumo umano.

Una delle immagine mostrate durante l’esperimento sociale

Quando abbiamo raccontato queste cose alcune persone volevano addirittura chiamare la polizia e altre ci hanno messo in guardia dal rischio che l’azienda, che in realtà non esiste, subisse attentati.

Un esperimento sociale che vuole far riflettere sul diverso ruolo che attribuiamo agli animali, ma non solo.

«Sicuramente proviamo una maggiore empatia per i nostri amici a quattro zampe. Ma la differenza è anche nelle informazioni fornite ai consumatori. I nostri attivisti spiegavano chiaramente come avviene la produzione di latte, mentre le pubblicità che vediamo in televisione mostrano prati verdi e mucche felici, una realtà che non esiste

Nella nostra indagine Macchine da Latte abbiamo mostrato ciò che due nostri infiltrati hanno visto lavorando per alcuni mesi sotto copertura in un allevamento di mucche da latte italiano. Quello che è stato documentato attraverso le telecamere nascoste è ben lontano dalle immagini mostrate negli spot delle aziende di latte.

Mucche picchiate con tubi di ferro e prese a calci. Animali lasciati nella sporcizia, con infezioni alle zampe. Vitelli allontanati dalle cure materne e trasportati con un trattore dentro a piccoli box singoli.  Questi sono solo alcuni esempi; la produzione industriale di latte comporta sofferenza e morte per mucche e vitelli.

Il nostro invito è quello di evitare, o perlomeno ridurre, il consumo di latte e formaggi. Oggi grazie a tante alternative vegetali è più semplice e i consumi di latte degli italiani sono già calati del 20% rispetto al 2010.

Scopri tutte le alternative vegetali a latte, formaggi, panna e molto altro. C’è solo imbarazzo della scelta!