Amadori costretta a cambiare la pubblicità sui polli: è ingannevole


Simone Montuschi
President

Basta polli Amadori descritti e raffigurati come felici e spensierati: il procedimento per pubblicità ingannevole è confermato.

La Società Cooperativa Agricola Gesco, azienda fornitrice del Gruppo Amadori, ha finalmente cominciato a mettere in atto la rettifica delle informazioni sul sito web e sulle brochure annunciata a ottobre. Pochi giorni fa è infatti iniziata la “pulizia” dei contenuti divulgativi che mostravano una realtà idilliaca per i polli allevati, una realtà del tutto inesistente.

Essere Animali nel 2016 è stata la prima organizzazione a denunciare le terribili condizioni degli animali allevati da Amadori, così come per quelle dei maiali del Prosciutto Parma. L’indagine, realizzata in collaborazione con Report e rilanciata da molti media, suscitò grave lo scandalo nell’opinione pubblica.

Un buon risultato, ma l’inganno non è un caso isolato

Il procedimento aperto presso l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) da Enpa  ha messo Gesco con le spalle al muro. In caso di inadempimento il marchio sarà infatti costretto a risponderne nuovamente. Le conseguenze più gravi potrebbero essere una sanzione pecuniaria fino a 10 mila euro e la sospensione dell’attività d’impresa per 30 giorni.

Quella dei polli Amadori non è tuttavia l’unica barbarie nei confronti di questi animali in Italia. Durante il 2018 abbiamo fatto emergere le atroci procedure di un incubatoio di pulcini, dove questi piccoli neonati vengono ammassati su nastri trasportatori e tritati vivi se malati o feriti. E solo pochi mesi prima la nostra indagine sulla “Carne di pollo”, con immagini da svariati allevamenti intensivi, era stata trasmessa al Tg1.

Ancora una volta si dimostra l’importanza delle investigazioni

Nel 2016, alla diffusione delle immagini Amadori aveva ufficialmente risposto di essere: “sconcertata per la visione assolutamente parziale e scorretta offerta dalla trasmissione rispetto al suo operato”. Sconcertata o meno, oggi è questa grossa azienda a dover fare un passo indietro, non noi.

Ciò dimostra ancora una volta l’importanza delle indagini. L’industria continua a nascondere il problema dello sfruttamento degli animali con pubblicità ingannevoli, ma di fronte alla potenza delle immagini anche questi colossi possono essere costretti a piegarsi.

Proprio per questo continueremo il nostro lavoro, ma ricorda che anche tu puoi aiutarci a cambiare le cose con le scelte che fai ogni giorno.

L’unica scelta amica degli animali è quella di non mangiare prodotti derivati dal loro sfruttamento. Scopri tutti i consigli per un’alimentazione senza sofferenza per nessuno.