Mucche e vitelli maltrattati per la produzione di latte
Mucche “a terra” stremate dall’allevamento intensivo, vitelli appena nati scaraventati col trattore in piccoli box e sottoposti alla bruciatura delle corna, animali picchiati con calci e tubi di ferro. Sono le terribili immagini della nostra nuova indagine anticipata questa sera in anteprima dal Tg1 e realizzata all’interno di alcuni allevamenti di mucche da latte situati nel Nord Italia.
Due infiltrati di Essere Animali, con telecamere nascoste hanno filmato per la prima volta in Italia l’intero ciclo di allevamento: dalla riproduzione che avviene con l’inseminazione artificiale, alla mungitura fino al trattamento dei vitelli.
Le immagini mostrano maltrattamenti in violazione alla legge sulla protezione degli animali, segnalati alle autorità competenti. Molte problematiche non sono dovute a comportamenti illegali, ma sono sistematiche perché causate dalle condizioni di allevamento intensivo e dall’iperproduzione di latte a cui sono sottoposte le mucche.
Guarda il video dell’indagine
Insieme all’indagine diffondiamo un appello a tutti i consumatori invitandoli a evitare o perlomeno ridurre il consumo di latte e formaggi. Appello a cui ha aderito anche l’attore Tullio Solenghi, da tempo impegnato nella difesa dei diritti animali, che ha scelto di prestare la propria voce a commento del video dell’indagine.

© Luca Santini / Essere Animali
Tante le irregolarità documentate dai nostri investigatori
Dai comportamenti violenti degli operatori, che colpiscono le mucche con calci e tubi di ferro e per cui si può ipotizzare il reato di maltrattamento di animali.

Alla decorazione dei vitelli, che viene effettuata su tutti i bovini di allevamento, ma deve essere eseguita con anestesia dal veterinario e non da un lavoratore.
Infine il sollevamento di mucche agonizzanti a terra, vietato dal Regolamento CE n.1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto.
«Dalle nostre immagini non emerge solo la condanna ai maltrattamenti più evidenti. Tutte le mucche infatti sono sfruttate fino allo sfinimento, trattate come “macchine da latte” e i vitelli maschi rinchiusi in piccoli box e uccisi ancora cuccioli». Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali

Negli allevamenti intensivi le mucche sono costrette a partorire un vitello ogni anno, poiché come tutti i mammiferi producono latte solo dopo il parto. Spesso anche i calori sono indotti con sostanze chimiche, perché sarebbe economicamente sconveniente mantenere mucche improduttive. Fecondate in modo artificiale, per la maggior parte della loro vita sono quindi gravide, ma al tempo stesso vengono munte con mungitrici meccaniche due volte al giorno per 300 giorni l’anno. Inoltre si tratta di razze selezionate geneticamente per la produzione di latte. Oggi una mucca frisona ne produce in media 28 litri al giorno, contro i 17 del 1985.
Il video mostra diversi episodi di “mucche a terra”. Si tratta di animali stremati dalla produzione di latte e dall’allevamento intensivo, che diventano incapaci di reggersi sulle zampe, con evidenti segni di sofferenza. Il fenomeno è conosciuto, la legge vieta di sollevarle e impone l’immediata soppressione di animali agonizzanti. Le immagini documentano anche mucche con ferite o altre che scivolano sul pavimento bagnato, stabulate in condizioni che paiono aggravare questo problema.
Le telecamere nascoste degli infiltrati hanno ripreso anche il momento del parto e la separazione del cucciolo della madre, che avviene subito dopo la nascita. Le immagini sono inquietanti: la mucca muggisce disperata chiamando il vitello che viene brutalmente trasportato con un trattore, legato per una zampa e gettato in un minuscolo box dove, per legge, potrà rimanere per 8 settimane. Se il vitello è femmina diventerà una mucca da latte, se è maschio sarà macellato a sei mesi per la carne bianca di vitello, ottenuta alimentando gli animali con un’alimentazione povera di ferro.

Il vitello viene separato dalla madre perché il latte è destinato al consumo umano, dalla cui vendita gli allevatori traggono più del 95% dei loro profitti. I vitelli maschi che non producono latte sono considerati quindi come un sottoprodotto, valgono meno. Le immagini mostrano diversi vitelli morti e agonizzanti.
Non solo i vitelli però finiscono al macello. Anche le mucche da latte dopo soli 4-5 anni di vita vengono “riformate”, mentre potrebbero vivere sino a 20 anni. A giugno 2018 negli allevamenti italiani secondo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale erano presenti 2.249.722 mucche. Al contrario di quanto si vede nelle pubblicità, quasi nessuna ha accesso al pascolo, condizione che non è vincolante nemmeno per la produzione biologica.
Il nostro invito è quello di evitare o perlomeno ridurre il consumo di latte e formaggi. Oggi è più semplice grazie a tante alternative vegetali, i consumi di latte degli italiani sono già calati del 20% rispetto al 2010.