Negli allevamenti intensivi gli animali sono alla mercè di virus e batteri
In un sistema come quello degli allevamenti intensivi, dove migliaia di animali sono tenuti ammassati in capannoni chiusi, le condizioni igieniche sono al limite e gli animali diventano facili prede di virus e batteri.
Non importa quanto rosa possa apparire un prosciutto, quanto liscio possa essere il guscio di un uovo, quanto bianco sembri il latte: gli individui da cui sono ricavati passano tutta la vita nella sporcizia più totale.
Animali che vivono nei proprio escrementi
Per quanto gli operatori possano impegnarsi nelle pulire, le ingenti deiezioni che gli animali generano nelle loro gabbie e recinti non possono essere costantemente eliminate.
Nelle nostre investigazioni abbiamo spesso constatato come un gran numero degli animali, impossibilitato a ripulirsi, venga lasciato sporco delle feci proprie e dei propri compagni. In un allevamento di conigli visitato le feci avevano raggiunto quantità così consistenti da permettere agli animali di scavarci dentro dei cunicoli.
Animali che vivono tra i propri compagni morti
Le difficili condizioni di vita degli allevamenti intensivi portano un animale su cinque a morire prima di arrivare alla macellazione. In questi casi non è raro vedere animali morti, in fase di decomposizione, agonizzanti o malati lasciati semplicemente in mezzo agli altri. Questa situazione, oltre ad essere estremamente crudele, aumenta esponenzialmente le possibilità che le malattie di diffondano colpendo altri animali all’interno dell’allevamento.
Animali che vivono in ambienti pieni di topi e scarafaggi
Quando di notte apriamo una porta di un allevamento all’improvviso o illuminiamo un muro con le nostre torce, capita molto spesso di imbattersi frotte di scarafaggi e decine di topi. Attirati dal mangime e dagli animali morti è impossibile per gli allevatori impedire a questi animali di entrare e di diffondersi all’interno degli allevamenti.
Risale solo a un anno fa lo scandalo olandese per l’uso di Fipronil negli allevamenti, un insetticida vietato dall’industria alimentare che aveva contaminato più di dieci milioni di uova già distribuite nei punti vendita. In questo caso la sostanza era stata utilizzata per tentare di eliminare i pidocchi dalle galline, veicoli di malattie e epidemie. E facile intuire la difficoltà di fermare un’infestazione quando si hanno migliaia di animali ammassati tra loro in spazi insufficienti.
Animali che vivono con aria irrespirabile
Quando vi mostriamo i video e le immagini delle nostre investigazioni, ciò che non vi possiamo far comprendere appieno è quanto sia irrespirabile l’aria viziata dei capannoni. Per quanto gli allevamenti siano dotati di impianti di areazione, è impossibile dissipare l’aria mefitica generata dal tenere migliaia di animali in uno spazio chiuso e ristretto. Noi ci stiamo poche ore, ma gli animali ci stanno tutta la vita. L’aria malsano è inoltre un fattore che ha un impatto negativo anche sulla salute degli operatori.
Gli allevatori sono ben consapevoli delle difficili condizioni igieniche degli animali, ma questo nella maggior parte dei casi si traduce in un massiccio uso preventivo di antibiotici.
Il modo in cui vengono lasciati vivere gli animali negli allevamenti contribuisce al loro stato di maltrattamento permanente. Se anche a te interessa salvare gli animali puoi fare molto.