Orribile! Scoperti centinaia di maiali morti durante indagine in collaborazione con giornale inglese
Durante un’indagine in alcuni allevamenti fornitori del Prosciutto di Parma, realizzata in collaborazione con il Daily Mail, uno dei più importanti media britannici, abbiamo scoperto una situazione orribile all’interno di queste strutture. Il video sta scatenando forti polemiche in Inghilterra, paese tra i principali importatori del prosciutto DOP.
Il nostro Team Investigativo e il giornalista Ian Birrel hanno trovato centinaia di maiali morti all’interno di un grande allevamento, i cadaveri presentavano evidenti segni di cannibalismo ed erano a stretto contatto con gli animali vivi, la maggior parte malati con gravi infezioni a orecchie, occhi e pelle.
«Mai visto nulla di simile, ci siamo trovati davanti a decine di animali morenti, pochi giorni dopo l’allevamento era stato ripulito. Non sappiamo che fine abbiano fatto gli animali» queste sono le parole dei nostri investigatori.
Guarda la reazione del giornalista inglese all’interno dell’allevamento
In un altro allevamento sono state filmate le scrofe nelle gabbie di gestazione. In Italia il loro utilizzo è consentito e questi animali trascorrono circa metà della loro vita in queste anguste gabbie. Paradossalmente in Inghilterra, paese che importa 300.000 Prosciutti di Parma e 18 milioni di confezioni ogni anno, sono vietate.
Non sono casi isolati
Abbiamo già denunciato per maltrattamento di animali un altro allevamento fornitore del Prosciutto di Parma. Anche in quel caso abbiamo documentato gravi problemi di cannibalismo e animali lasciati morire senza cure adeguate, oltre a comportamenti brutali degli operatori e per questo caso si andrà a processo.
Altre organizzazioni per la protezione degli animali hanno diffuso rapporti che confermano problematiche in diversi allevamenti destinati alla produzione del Prosciutto di Parma, nonché violazioni sistematiche alla normativa sul benessere animale. Il Consorzio del Prosciutto di Parma ritiene che lo scopo di queste indagini sia denigrare il marchio, la cui filiera raggruppa circa la metà dei nove milioni di maiali allevati in Italia.
«La maggior parte di questi animali è allevata in sistemi intensivi, rinchiusi in gabbia o in recinti sovraffollati, senza mai poter accedere all’aperto. Le nostre indagini sono un appello alla società, ai consumatori e alle Istituzioni, per superare un metodo di allevamento causa di gravi sofferenze verso animali sensibili e intelligenti.» Simone Montuschi il portavoce di Essere Animali