Una nuova campagna per salvare i visoni!
Per le elezioni politiche abbiamo deciso di lanciare la campagna “160.000 visoni da salvare”, una massiccia iniziativa per chiedere ai principali partiti e ai loro candidati di sostenere il divieto di allevamento di animali da pelliccia.
Con un’azione in Piazza Duomo a Milano, che ha visto un enorme striscione srotolato dal palazzo dell’Arengario, Essere Animali ha dato il via oggi alla campagna.
Fino al 4 marzo, giorno delle elezioni, solleciteremo i principali partiti politici e i loro rispettivi candidati, affinché si esprimano sin da ora a sostegno delle proposte di Legge che saranno depositate al nuovo Governo.
L’intero Movimento 5 Stelle ha già risposto positivamente all’appello, così come lo stanno facendo con adesioni singole candidati di altri partiti. Tutte le adesioni saranno visibili sul sito www.160mila.it
Da questo sito specifico sarà possibile anche firmare una petizione e trovare i contatti mail e social dei candidati per scrivergli e chiedere personalmente di aderire.
La mobilitazione continuerà tutto il mese con iniziative e proteste. Ma ci sarà modo per tutti di partecipare via web a piccole azioni quotidiane di pressione su partiti e candidati, seguendo l’evento appositamente creato su facebook.
Gli ultimi sondaggi Eurispes confermano come oltre l’86% degli italiani sia favorevole all’introduzione del divieto di allevamento di animali da pelliccia.
Venti o poco più sono gli allevamenti ancora attivi, situati principalmente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Attraverso tre indagini, realizzate con telecamere nascoste e un infiltrato, abbiamo documentato queste aziende e filmato la presenza di animali feriti, con comportamenti stereotipati e anche di cadaveri nelle gabbie.
Grazie al nostro Team Investigativo gli italiani hanno visto la sofferenza dei visoni e vogliono salvarli. L’Europa sta vietando in sempre più paesi questi allevamenti e anche la moda si sta adeguando.
La campagna 160.000 visoni da salvare ha l’obiettivo di scuotere le forze politiche affinché l’indifferenza del Governo non si ripeta più. È ora di chiudere questi allevamenti!