Vaccini? Nei pesci allevati qualcosa non funziona.
Mentre in Italia siamo alle prese con la polemica sull’obbligatorietà dei vaccini, un nuovo studio rileva come quelli utilizzati negli allevamenti di pesci non stiano proteggendo il pesce dalle malattie.
La ricerca è stata condotto dall’Università di Waterloo in Canada, della Pontificia Università Cattolica di Valparaiso e dall’università cilena di Valparaiso.
I pesci degli allevamenti, a cui molto spesso si somministrano vaccinazioni multiple, non riescono a combattere più malattie contemporaneamente.
Nello studio, i ricercatori hanno testato in laboratorio l’efficacia di un vaccino per un patogeno batterico confrontando la reazione del salmone atlantico vaccinato e non vaccinato quando esposto al pidocchio marino. Hanno quindi visto che gli esemplari sottoposti ai vaccini hanno mostrato molti più segni di infezione e un tasso di mortalità più elevato rispetto al gruppo non vaccinato.
Ciò è avvenuto nonostante nel primo gruppo si sia riscontrato un numero minore di batteri. Lo studio ha concluso che i salmoni vaccinati non sono stati in grado di combattere più malattie nello stesso momento.
Rian Dixon, professore di biologia dell’Università di Waterloo, afferma:
“I pesci hanno un numero limitato di risorse per rispondere a una malattia, quindi il loro sistema immunitario fa delle scelte. Quando sono infettati dai pidocchi di mare, per esempio, il sistema immunitario del pesce è improvvisamente orientato a rispondere a quella specifica minaccia, lasciandoli completamente esposti ad altre minacce batteriche”.
L’esperienza degli allevatori di salmoni in Cile, in cui i pescivengono allevati in gabbie al largo della costa esponendoli a una varietà di agenti patogeni diversi, supporta questa scoperta.
Il problema nasce dal fatto che le condizioni dei pesci allevati li portano ad essere continuamente esposti a più malattie contemporaneamente. Così come accade negli allevamenti degli animali terrestri, quelli di pesci non sono meno sporchi e sovraffollati, rendendoli quindi terreno fertile per i parassiti.
L’errore alla base sta nel fatto che le aziende farmaceutiche veterinarie progettano e testano i vaccini senza considerare la diversità del sistema immunitario dei pesci rispetto a quello umano. E oggi che più del 50% del pesce consumato viene da allevamenti intensivi, numero destinato a crescere di anno in anno visto l’impoverimento dei mari, non è certo una problematica da sottovalutare.
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