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Maiali allevati in Italia: dal 2010 un calo del 10%


Simone Montuschi
President

I maiali allevati in Italiani sono calati negli ultimi anni e i numeri parlano chiaro.

fonte: Istituto Zooprofilattico Sperimentale

I numeri sono ancora impressionanti, ma un calo del 10% è significativo e soprattutto vuol dire quasi un milione di maiali in meno ammassati negli allevamenti intensivi italiani. Un calo che nel settore viene considerato allarmante ormai da tempo, denunciato già l’anno scorso da Coldiretti come sintomo di una tipologia di allevamento in grave crisi, con spese sempre più alte e sempre minori guadagni.

A fianco del calo di animali allevati c’è stato negli ultimi anni anche un visibile calo nelle macellazioni e nei consumi di carne. I due numeri non corrispondono perché oltre ai maiali allevati in Italia nei macelli e negli insaccati italiani finiscono anche molti altri animali provenienti dall’estero.

Nel 2008 in Italia sono stati macellati 13,5 milioni di maiali, mentre nel 2016 il numero è sceso a 11,8 milioni.

Le condizioni di vita dei maiali negli allevamenti intensivi e nei macelli le abbiamo documentate in prima persona più volte nel corso di questi anni, portando alla vista di milioni di persone una realtà terribile e spesso sconvolgente. Anche per quanto riguarda marchi Doc e IGP di grande fama come il Prosciutto di Parma la situazione che abbiamo riscontrato in alcuni allevamenti fornitori è del tutto simile.

Ciò che ne deriva è semplice: gli allevamenti intensivi non possono affatto garantire il benessere degli animali, così come non lo si può garantire in nessuno macello.

Se questi numeri stanno cambiando è perché le persone iniziano sempre più spesso a fare delle scelte. Alcuni passano dal maiale ad altri tipi di carne, ma sempre più per fortuna scelgono di ridurre o eliminare la carne nella propria dieta. Un passo che fa bene non solo agli animali ma anche all’ambiente e alla nostra salute.

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