10 milioni di uova provenienti dagli allevamenti intensivi ritirate dal mercato


Simone Montuschi
President

Ci ha messo un po’ di giorni ad arrivare sui media italiani lo scandalo legato alle uova olandesi contaminate con il Fipronil, un insetticida per animali da compagnia vietato nell’industria alimentare, utilizzato in questo caso per eliminare i pidocchi dalle galline.

Le uova contaminate e ritirate dal mercato sono già più di 10 milioni, mentre ben 180 allevamenti olandesi sono stati sigillati e chiusi dal corrispettivo dei nostri Nas. Due dirigenti della olandese Chickfriend, al centro del caso, sono stati arrestati.

Ma lo scandalo, come molti simili, non si è fermato. In una settimana è stato scoperchiato un vaso pieno di collegamenti che ha portato anche a una ditta belga, che avrebbe fornito il Filpronil all’allevamento, ben sapendo fosse illegale utilizzarlo, mentre in 8 paesi europei sono state trovate uova contaminate e ed è notizia recente che in Romania è stato scoperto un carico di 1 tonnellata di ovoprodotto con tracce di Fipronil (ovoprodotto è il liquido senza guscio, venduto per preparazioni alimentari come dolci, pasta e merendine).

Dopotutto gli allevamenti intensivi, con l’altissima concentrazione di animali in minimo spazio, hanno anche questa conseguenza: il proliferare di malattie e infestazioni in modo epidemico e rapido. Questo è il motivo dietro l’ampio utilizzo di antibiotici, di cui si parla per fortuna sempre più spesso, somministrati perlopiù in maniera preventiva nonostante non sia permesso.

Ma se di antibiotici si è parlato ormai molte volte, questo è uno dei primi scandali legati all’uso di insetticidi sugli animali.

Ogni volta che nel settore zootecnico scoppia uno scandalo o un problema, come l’aviaria recentemente ricomparsa in Italia e per cui sono stati inceneriti 900.000 animali dall’inizio dell’anno, non è mai un caso. Sono le conseguenze di un sistema che ha portato le produzioni animali a ritmi e numeri insostenibili per garantire a milioni di persone il consumo di carne, latte e uova ad ogni pasto.

La domanda che dobbiamo porci non è tanto su come arginare questi problemi, ma “abbiamo davvero bisogno di chiudere tutti questi animali in capannoni e piccole gabbie, ucciderli e mangiarli?”. E la risposta è semplicemente che no, non ne abbiamo bisogno. Fipronil o meno le galline per la produzione di uova fanno una vita orribile ed estremamente breve. Solo in Italia sono 49 milioni quelle prigioniere degli allevamenti, la maggior parte ancora in gabbie dove non hanno nemmeno spazio sufficiente per aprire le ali.

Guarda la nostra indagine dentro gli allevamenti di galline ovaiole


Se vuoi aiutarle puoi farlo iniziando a ripensare la tua alimentazione: anche senza uova è possibile, più sana e ugualmente gustosa!

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