La carne fa male: dopo l’OMS lo conferma il British Medical Journal
La correlazione fra consumo di carne e problemi di salute non è una novità: lo aveva già dichiarato nel 2015 la IARC (International Agency for Research on Cancer) per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A darne ulteriore conferma è stato in questi ultimi giorni un altro ente autorevole, la rivista scientifica British Medical Journal.
Nel mirino ci sono sempre le carni rosse e le carni processate (wurstel, hotdog, insaccati, salsicce e tutte quelle carni elaborate allo scopo di aumentarne la sapidità o prolungarne il periodo di conservazione).
Mentre la ricerca pubblicata dall’OMS dichiarava potenzialmente cancerogene le prime e cancerogene le seconde, lo studio appena pubblicato sottolinea che la correlazione tra il consumo di questi alimenti e l’incremento medio della mortalità può arrivare addirittura al 26%.
Nel corso dei 16 anni di durata di questa ricerca – che ha coinvolto più di 500.000 persone – è stato riscontrato come spesso la mortalità associata ad un eccessivo consumo di carni rosse e processate fosse dovuta alla sofferenza da fegato. Alla base ci sono diversi fattori: il ferro eme delle carni rosse, i nitriti e nitrati delle carni processate, le sostanze cancerogene che si possono sviluppare durante la cottura (in special modo nella cottura alla griglia).
Il BMJ non lascia spazio a giri di parole, dichiarando attraverso l’editoriale di John Potter, epidemiologo del Centre for Public Health Research, Massey University di Wellington, in Nuova Zelanda, che “un consumo esagerato di carne fa male alla salute dei singoli, oltre a quella del nostro pianeta”.
Interessante che il ricercatore abbia voluto sottolineare anche i danni arrecati al pianeta dagli allevamenti intensivi, di cui abbiamo parlato più volte, tra l’altro qui e qui.
Ma le prime vittime del consumo di carne sono senza dubbio gli animali: milioni di esseri viventi vengono uccisi ogni giorno solamente per scopi alimentari. Negli allevamenti vengono fatti nascere e tenuti in condizioni che non permettono loro di esprimere minimamente la loro etologia o la loro individualità, considerati macchine da produzione.
Ma c’è qualcosa di ancora più forte delle evidenze scientifiche, la nostra coscienza. E nello scegliere di alimentarsi di sofferenza non può esserci niente di buono.
Quindi non ci sono più scuse, è ora di lasciare da parte i prodotti animali e scegliere un’alimentazione amica di tutti: quella vegan!