Allevamenti di galline: tutte le fasi della produzione di uova
La produzione di uova in Italia avviene per la maggior parte in allevamenti intensivi. È un sistema che massimizza la produzione a discapito della vita degli animali, sfruttati come macchine. Ecco un approfondimento sulle varie fasi di produzione.
Dal 2010 al 2019 il numero di galline per la produzione di uova allevate è cresciuto di quasi 2,5 milioni. Parliamo di un incremento del 4,8%. In questa crescita, che rispecchia anche l’aumento delle strutture in cui gli animali sono allevati, solo lo 0,2% delle galline vive in impianti dalla capienza inferiore a 1.000 animali. Come vivono qui le galline? E quali sono le fasi di produzione delle uova?
Dietro l’allevamento di galline per la produzione di uova infatti c’è un processo ottimizzato da centinaia di anni di selezioni genetiche e decenni di gestione imprenditoriale. Quello che ne è venuto fuori è un sistema di sfruttamento e privazioni per gli animali, come abbiamo dimostrato con le nostre indagini.
Allevamento di galline e di riproduttori
Le uova destinate al consumo non sono fecondate in quanto dentro agli allevamenti di galline non ci sono individui di sesso maschile. La riproduzione delle galline ovaiole quindi è affidata ad allevamenti specializzati. Le strutture sono simili a un allevamento a terra, grandi capannoni in cui vivono galline e riproduttori di sesso maschile in proporzione 6/7 a 1. All’interno sono posizionati dei nidi dentro ai quali le femmine depongono le uova fecondate che vengono raccolte quotidianamente e trasportate agli incubatoi.

Incubatoio di pulcini
Gli incubatoi sono strutture adibite alla schiusa delle uova. Le uova fecondate vengono sistemate su carrelli a più piani e introdotti in camere dalla temperatura controllata. Restano qui fino alla schiusa, che per le galline è di 21 giorni. In natura le galline rigirano periodicamente le proprie uova e le covano mantenendole sempre al caldo e con il giusto grado di umidità. Nell’incubazione industriale questi processi vengono ricreati in modo artificiale.

Selezione del sesso e debeccaggio
Dopo la schiusa i pulcini passano tra le mani di addetti specializzati nel riconoscimento del sesso. Questa operazione ha la funzione di separare le femmine, che verranno avviate alla produzione di uova, dai maschi, che vengono immediatamente soppressi in quanto improduttivi. Nel sistema di produzione moderno sono allevati unicamente animali selezionati per raggiungere il massimo della produttività. Per questo motivo i maschi della gallina ovaiola non vengono avviati alla produzione di carne in quanto questa razza è stata creata tenendo conto di una sola caratteristica: la produzione di uova. I polli da carne sono invece selezionati tenendo conto di caratteristiche completamente diverse come la qualità della carne e la capacità di ingrassare in tempi rapidi. Per questi motivi risulta più conveniente eliminare i maschi subito dopo la schiusa. Per fare questo vengono o gettati vivi in un tritacarne o semplicemente soffocati in sacchi neri.
Tutti i pulcini immessi negli allevamenti intensivi subiscono la mutilazione del becco. Questa pratica viene effettuata entro i primi 10 giorni di vita tramite uno strumento apposito costituito da una lama incandescente che amputa la punta del becco e cauterizza automaticamente la ferita. È un’operazione dolorosa perché come tutti gli uccelli anche le galline nel becco hanno terminazioni nervose. Il debeccaggio viene effettuata per limitare i problemi derivati dall’aggressività indotta dallo stress dell’allevamento. Per evitare che il continuo beccarsi e lo strapparsi le piume reciprocamente possa causare ferite e di conseguenza infezioni.

Allevamento da accrescimento
Le giovani galline non producono uova prima dei 5 mesi di età. Per questo periodo “non produttivo” vengono tenute in strutture simili ad allevamenti a terra oppure in batterie di gabbie su più piani. Per le prime settimane di vita all’interno dei capannoni vengono accese lampade termiche per mantenere caldi i pulcini.

Allevamento per la produzione delle uova
In Italia esistono 4 tipologie di allevamento intensivo per la produzione di uova. Queste tipologie sono identificate da un codice stampato sulle uova che indica anche la regione, la provincia, il comune e lo stabilimento in cui sono state prodotte.
1. Allevamento di galline in Gabbia (cod.3)

Per norma di legge lo spazio a loro disposizione è di 750 cm², poco più di un foglio A4. Le gabbie sono disposte su piani sovrapposti, in genere dai quattro ai sei, questa disposizione permette di stipare fino a 20.000 animali in ogni capannone.
Il cibo viene somministrato automaticamente da un nastro trasportatore, per raggiungerlo le galline allungano il collo fuori dalle sbarre orizzontali e il continuo sfregamento con il metallo le porta a perdere completamente le penne dal collo.
Il pavimento delle gabbie è di rete metallica inclinato verso l’esterno in modo che le uova possano rotolare su un nastro trasportatore. Il continuo contatto delle zampe con una superficie di rete causa ferite e malformazioni e l’impossibilità di razzolare fa crescere le unghie a dismisura.
La condizione di sovraffollamento è una costante: le galline riescono a stento a muoversi. Lo sfregamento delle ali e dell’addome sulle pareti della gabbia fa perdere le penne e le piume.
2. Allevamento di galline a Terra (cod.2)

Sono denominati allevamenti a terra quegli allevamenti nei quali le galline non hanno accesso all’esterno ma non sono chiuse in gabbia. Sono “libere” di muoversi all’interno del capannone. Questi allevamenti possono essere a più piani (fino a 4) o a piano singolo. Quelli a piano singolo sono capannoni con fondo di cemento ricoperto di paglia e nei quali sono disposti dei tunnel di plastica con delle aperture nelle quali le galline entrano a deporre le uova. Le galline tendono istintivamente a nidificare in luoghi riparati e gli allevatori sfruttano questa naturale tendenza per poter raccogliere automaticamente le uova. All’interno del tunnel il pavimento inclinato permette alle uova di rotolare su un nastro trasportatore che le raccoglie.
La raccolta delle feci in questi allevamenti non è automatizzata. La paglia sul fondo del capannone ha la funzione di compattare il guano e impedire che questo si appiccichi eccessivamente alle zampe. Questa metodologia prevede che il capannone venga pulito esclusivamente a fine ciclo, quando le galline vengono macellate e il capannone svuotato, ciò significa che per tutto il periodo di allevamento le galline convivono con i loro escrementi.
Negli allevamenti di ultima generazione per ottimizzare gli spazi e moltiplicare così il numero di animali vengono costruite strutture di ferro simili a gradinate (i piani). L’allevamento a terra risolve in parte i problemi derivati dallo sfregamento delle penne sulle gabbie e della crescita incontrollata delle unghie. Restano però i problemi dovuti al sovraffollamento e alla presenza di migliaia di animali nello stesso spazio: aggressività e stress ma anche deficit da mancanza di luce naturale con tutte le problematiche che ne derivano.
3. All’Aperto e biologico (cod. 1 e cod. 0)
Viene considerato all’aperto un allevamento a terra che da la possibilità agli animali di uscire in aree recintate per alcune ore al giorno. L’interno dei capannoni è come negli allevamenti a terra. In natura durante la stagione fredda i pulcini avrebbero difficoltà a sopravvivere e per questo durante l’inverno la produzione di uova cala notevolmente fino anche ad arrestarsi. Questa caratteristica viene annullata dal clima controllato degli allevamenti al chiuso ma si riproporrebbe se gli animali fossero lasciati all’aperto durante la stagione fredda.

A nessun allevatore conviene mantenere degli animali per vari mesi senza che questi gli garantiscano un profitto è per questo che le galline allevate all’aperto restano all’interno dei capannoni per la stagione invernale, indipendentemente da quello che la legge prevede non abbiamo mai trovato in inverno galline all’aperto in nessun allevamento visitato.
È importante capire che anche in questi allevamenti le galline vengono fatte nascere in incubatoi industriali e quindi i pulcini maschi vengono uccisi appena nati.
Morti in allevamento
Anche la mortalità all’interno degli allevamenti viene preventivata e calcolata, per questo all’esterno delle strutture sono presenti celle frigorifere che contengono migliaia di animali che non sono riusciti a sopravvivere alle condizioni dell’allevamento intensivo.

Trasporto e macellazione
Quale che sia l’allevamento di provenienza la sorte delle galline è sempre la stessa. Dopo un periodo variabile tra un anno e mezzo e i due anni la loro produttività cala e non risulta più conveniente allevarle per questo vengono caricate e inviate al macello.
Degli operai catturano gli animali nei capannoni e li stipano in gabbie di plastica che vengono caricate sui camion. Il viaggio viene fatto solitamente la notte, con qualunque condizione meteo. L’uccisione avviene per sgozzamento, dopo essere stordite tramite scosse elettriche o tramite CO2. Diventano carne di seconda scelta o alimenti per altri animali.

Galline libere e felici
Sappiamo che può essere difficile abbandonare le proprie abitudini, ma non per questo possiamo chiudere gli occhi e non guardare in faccia la realtà. Una realtà che ci spinge a ripensare la nostra alimentazione e scegliere in modo consapevole quello che portiamo a tavola ed essere coscienti che anche dietro al consumo di uova ci sono animali che soffrono.
Inserire un’immagine.Un’alimentazione vegetale è l’unica che non implica lo sfruttamento e l’uccisione degli animali. Sostituire le uova in cucina, sia per ricette dolci che salate, è facilissimo! Scopri come fare nella nostra guida!