Inizia il processo per l’occupazione di Farmacologia a Milano
Il 20 aprile di quattro anni fa a Milano veniva compiuta un’azione eclatante contro la sperimentazione animale: cinque attivisti occupavano in modo pacifico gli stabulari del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano mentre fuori centinaia di persone confluite con il corteo organizzato dal Coordinamento Fermare Green Hill assediavano l’edificio.
Scopo dell’azione era portare alla luce quanto compiuto in quei laboratori e tenuto ben nascosto dagli occhi delle persone.
La sofferenza e il destino a cui vanno incontro gli animali nella ricerca non vengono mai mostrati e intorno alla sperimentazione si stringe un silenzio spesso impenetrabile. Quest’azione voleva abbatterlo e far parlare di loro, gli animali, vittime invisibili di una scienza che non è riuscita a progredire moralmente alla stessa velocità con cui è progredita tecnologicamente. Una scienza che ancora oggi sacrifica quasi 700.000 animali l’anno solo in Italia.
Tra quelle mura sono state trovate stanze e stanze piene di animali. Tra questi molti topi resi pazzi dalla prigionia, che saltavano incessantemente verso il tetto della loro gabbia per cercare di uscire. Ma anche documenti con dettagli degli esperimenti e numeri degli animali utilizzati, così come i registri di carico e scarico o quelli di morte.
A conclusione della giornata, dopo dieci ore di vero e proprio assedio e trattative incessanti, oltre quattrocento topi e un coniglio hanno lasciato quegli stabulari con gli attivisti e trovato una nuova vita. Non sarebbero più stati considerati numeri e sottoposti a esperimenti.
In questa settimana, dopo quattro anni, inizierà il processo per questa azione di disobbedienza civile. La prima udienza sarà il 28 aprile, tra l’altro un giorno simbolico della lotta contro la sperimentazione animale.
Le cinque persone che si erano incatenate all’interno dello stabulario dovranno rispondere dei reati di invasione di edificio pubblico, violenza privata e danneggiamento (nulla fu danneggiato, ma i ricercatori ritengono che siano stati vanificati anni di ricerca). La loro scelta fu quella di affrontare i rischi per dare voce agli animali e a partire da questo venerdì continueranno a farlo anche in sede processuale. Con loro anche molti attivisti e associazioni che daranno sostegno fuori dal Tribunale.