Quando l’ecosostenibilità è di moda


Simone Montuschi
President

Le sfilate e le riviste di moda danno purtroppo ancora spazio a pellicce, pelle, piumini. Ma qualcosa sta davvero cambiando, proprio dall’interno. Una parte del mondo della moda si sta finalmente facendo portavoce della crescente consapevolezza che la società ha acquisito nei confronti degli animali e dei loro diritti: la strada intrapresa da alcuni grandi nomi è quella della sostenibilità.

 

I capi cruelty-free sono finalmente arrivati sotto i riflettori di tutto il mondo.

 

Al primo posto c’è Emma Watson, che già dal 2015 indossa esclusivamente abiti e accessori ecologici e che in occasione del tour promozionale per il suo ultimo film ha deciso di aprire un account Instagram dedicato esclusivamente ai suoi outfit 100% cruelty-free. Non solo grandi firme ma anche piccoli marchi fino ad oggi poco conosciuti, con un minimo comun denominatore: il rispetto di ambiente e animali.

 

Bonjour Paris! Coat is from @stellamccartney, the world’s first luxury brand that is committed to producing products that do not use leather, skins, feathers or fur. Instead, Stella has spent years developing ways of using materials such as regenerated cashmere, recycled fabrics, organic cotton and forest-friendly fabrics. Jumper is from @filippa_k, a Swedish brand committed to four Rs: reducing, repairing, reusing and recycling. Tee by @boodywear, a brand that produces basics made with certified organic bamboo, produced using computerised 3D knitting, so no fabric is wasted. Its factories are zero-waste and have a closed loop system to stop any water being wasted. Bespoke beret by @maisonmichel made with organic cotton. Shoes are @goodguysdontwearleather. The brand doesn’t use any animal products in its collections. Fashion info verified by @ecoage #ecoloves

Un post condiviso da The Press Tour (@the_press_tour) in data:

 

Ma è Stella McCartney dalle passerelle della Fashion Week di Parigi a stupire tutti ancora una volta: dopo essere stata fra le prime a dimostrare come fosse possibile realizzare capi di alta moda senza l’impiego di pelle, piume e pellicce, ha lanciato una collezione in finta pelle praticamente indistinguibile dalla vera. La stilista, che con il suo impegno in favore degli animali rappresentava fino a qualche tempo fa un caso isolato, sta facendo scuola ed è ormai in buona compagnia.

 

 

Il circolo virtuoso è in continua crescita e i materiali alternativi anche, ma per vestire cruelty free non è necessario ricorrere a capi costosi, seguire grandi marchi o cercare materiali introvabili: i tessuti che possiamo reperire in qualsiasi negozio sono tantissimi! Qui trovi una lista di cosa da lasciare fuori dal tuo armadio e le alternative cruelty-free alle quali – forse – non hai ancora pensato.

 

Le azioni quotidiane di ognuno di noi si ripercuotono sull’ambiente che ci circonda e contribuiscono a generare un cambiamento reale. E la direzione intrapresa nel settore abbigliamento come conseguenza di una crescente sensibilità ne è la dimostrazione.

 

→ Controlla sempre le etichette: facendo acquisti consapevoli stai contribuendo a fare la differenza!