Le telecamere nei macelli francesi proteggeranno gli animali?
Nell’ultimo anno in Francia si è aperto un acceso dibattito sulla macellazione degli animali. Grazie a diverse indagini condotte all’interno dei macelli, i cittadini hanno scoperto che dietro alla filiera della carne si nascondono abusi, sofferenze e pratiche illegali. Dopo l’uscita di queste investigazioni, i controlli ministeriali hanno accertato che nell’80% dei mattatoi francesi non vengono rispettati nemmeno i requisiti minimi imposti dalla legge. Le terribili immagini entrate nelle case dei francesi hanno spinto alcuni politici, sostenuti da associazioni per i diritti animali, a proporre un disegno di legge che prevede un piano di interventi per implementare la trasparenza e i controlli nelle strutture di macellazione con l’obiettivo di aumentare gli standard in materia di benessere degli animali.
La prima e più discussa proposta è stata quella di installare videocamere nei macelli.
La scorsa settimana l’Assemblea Nazionale in via preliminare ha approvato un emendamento (che dovrà poi essere varato dal Senato) che prevede la videosorveglianza obbligatoria nei 960 macelli del paese a partire dal 1° gennaio del 2018.
Telecamere a circuito chiuso verranno installate in tutte le aree dei macelli dove sono presenti gli animali vivi: lungo i corridoi, nei punti di stallo e nel reparto di immobilizzazione, stordimento, abbattimento e uccisione. I filmati verranno conservati per un mese e saranno a disposizione solo dei veterinari e dei funzionari responsabili al benessere animale. Inoltre, saranno inasprite le condanne per chi maltratta gli animali durante il trasporto e nelle fasi di macellazione con sei mesi di reclusione e 7.500 euro di multa.
«Gli animali possono continuare a soffrire».
Questo è chiaro, finché verranno uccisi per produrre carne non ci sarà mai pace per loro, ma questa affermazione postata da L214 (l’associazione che più di ogni altra ha innescato il dibattito che ha portato a questa situazione) lascia intendere che l’Assemblea Nazionale poteva fare molto di più per proteggere gli animali.
Le prime perplessità mosse contro l’emendamento riguardano il fatto che le telecamere saranno installate solo dopo un «processo per valutare l’opportunità e le condizioni per la sua attuazione» e non è ancora chiaro quali siano i criteri che guideranno questa fase sperimentale. Altre critiche sollevate riguardano il divieto di ispezione dei parlamentari dentro i macelli; la negazione del controllo delle registrazioni video da parte di comitati locali composti da cittadini e associazioni; il mancato divieto di macellazione delle mucche gravide e dell’uccisione senza stordimento. Insomma, al momento questa proposta della videosorveglianza sembra essere più di facciata che altro.
I consumatori per cambiare devono conoscere
Anche in Italia da quando le nostre indagini hanno documentato la cruda realtà degli allevamenti e dei macelli, tantissime persone hanno acquisito consapevolezza e iniziato a mettere in discussione le loro abitudini, passando a una alimentazione altrettanto gustosa ma amica degli animali. È chiaro che le industrie che fondano la loro stessa esistenza nell’utilizzo degli animali faranno di tutto per tenere fuori dalla vista dei consumatori la violenza insita nel loro sistema di produzione.