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Produttori europei di carne si scagliano contro i sostituti veg


Simone Montuschi
President

Burger di soia, cotoletta vegetale, hot dog vegan, veg salamella, würstel vegani, chorizo vegetale, salamino veg… in tutta Europa sono moltissimi i prodotti che trovano spazio negli scaffali dei supermercati e che riprendono in qualche modo la forma, il sapore e il nome di alimenti tradizionali.

Tra vegani e vegetariani ci sono due fazioni divise: chi trova i sapori e i nomi di questi prodotti utili per il passaggio ad una nuova alimentazione, soprattutto per chi fa fatica a staccarsi dai gusti con cui è cresciuto, e dall’altra chi critica l’utilizzo di nomi che richiamino esplicitamente prodotti di origine animale. Da entrambe le parti ci sono buone ragioni.

 

Ma a intervenire a gamba tesa in questo dibattito sono gli stessi produttori di carne. Secondo loro questi nomi sono fuorvianti e danneggiano l’immagine e la percezione dei loro prodotti.

 

L’associazione europea che rappresenta l’industria della trasformazione della carne (Clitravi), chiede infatti alla Commissione europea di intervenire per fermare il dilagare di prodotti vegetariani o vegani che abbiano nomi troppo simili all’originale. Per chi produce carne infatti la situazione rischia di danneggiare l’industria

Quello che chiedono all’UE è di definire degli standard per cui possano essere utilizzate alcune denominazioni, come già fatto per miele e latte. In Europa la parola latte infatti è vietato utilizzarla per le bevande vegetali a base di legumi o cereali. Se è ancora comune nelle ricette e negli articoli definirli latti vegetali, nelle etichette e sui prodotti non può assolutamente essere utilizzata la parola latte.

 

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© Carmen Luciano

 

E i produttori di carne chiedono lo stesso criterio per wurstel, burger, hot dog e simili. E lo scopo non è certo aiutare i vegani a distaccarsi da prodotti e denominazioni che ricordano gli animali, ma arginare il crescente mercato dei sostituti. Il fermento del mercato veg, mosso da una crescente attenzione e sensibilità, sta creando degli scossoni e ancora una volta le risposte non tardano ad arrivare.

Forse a breve burger vegetali e hot dog vegani si dovranno chiamare in altro modo, chissà. Ma questo non riuscirà a fermare la connessione che sempre più persone stanno facendo tra alimentazione e sofferenza degli animali, oltre che con le proprie condizioni di salute e quelle del pianeta.