La crudeltà in quell’allevamento era una prassi. Lo abbiamo ampiamente dimostrato nell’indagine diffusa sul Corriere della Sera, il cui video ha 31.000 condivisioni e ripresa in tre servizi andati in onda sul Tg3.
Oggi la conferma arriva direttamente dal Corpo Forestale dello Stato che, a seguito della nostra denuncia, ha eseguito un blitz nell’allevamento.
Dei fatti è stata informata la Procura della Repubblica di Forli, sono state irrogate sanzioni e molti animali in evidente stato di sofferenza sono stati spostati in un capannone attiguo vuoto, allo scopo di diminuire il sovraffollamento. Dopo le immagini shock della nostra investigazione, la denuncia per presunte plurime violazioni al D. Lgs. 7 luglio 2011, n° 122 (“norme minime per la protezione dei suini”), al D. Lgs. 26 marzo 2001, n.146 (“protezione degli animali negli allevamenti”) e all’ 544 ter c.p. (“maltrattamento di animali”) era un atto dovuto.
«In un capannone venivano detenuti circa 550 suini di varie taglie con mantello molto sporco di feci, ferite esposte alle orecchie e altre ferite dovute all’attacco da parte di altri suini ed erano presenti alcuni animali palesemente malati e sofferenti.» CFS
È fin troppo banale rimarcare che le leggi vigenti a tutela del benessere animale andrebbero applicate. Ci stiamo battendo affinché anche la magistratura, così come la società, incominci a prendere coscienza di ciò che avviene negli allevamenti, applicando ai maltrattamenti di cui sono vittime gli animali “da reddito” lo stesso peso e la stessa misura dei maltrattamenti subiti dagli animali d’affezione.
Una cosa è certa, questi abusi non sono casi isolati
Essere Animali da anni realizza indagini negli allevamenti intensivi e nei macelli. Le nostre immagini sono diffuse su telegiornali e importanti programmi televisivi e documentano ovunque una realtà di sofferenza negli allevamenti intensivi, indipendentemente dal marchio con cui la carne di quegli animali sarà venduta.
600 milioni tra maiali, galline, polli, conigli, mucche e tacchini, sono allevati ogni anno in Italia in condizioni che comportano sovraffollamento, dolore e malattie. Vivono perennemente rinchiusi in capannoni industriali senza poter accedere a uno spazio all’aperto o vedere la luce del sole. Crescono senza coda o becco, che gli vengono amputati alla nascita proprio per prevenire il fenomeno del cannibalismo, che quindi gli addetti ai lavori conoscono benissimo.
La nostra indagine ha evidenziato come, in questa tragica normalità, degenerazioni come quelle che abbiamo documentato sono più che probabili, come testimoniano altre nostre denunce. E possono avvenire anche per la produzione di un marchio DOP, nonostante garanzia di qualità e certificazioni.