In Azione per il World Vegan Day
Per questa giornata, celebrata in tutto il mondo per sensibilizzare sulla scelta vegan, abbiamo realizzato una doppia azione in contemporanea a Bologna e Firenze, puntando i riflettori sulle condizioni degli animali negli allevamenti intensivi.
Bologna
Con una provocatoria installazione sotto le Due Torri abbiamo simulato, con un grande pannello fotografico e la riproduzione di una “gabbia di contenzione”, il trattamento subito da 500 mila scrofe rinchiuse negli allevamenti intensivi italiani.
“Così si produce il prosciutto” – questo il breve ma diretto messaggio che abbiamo diffuso, mostrando le terribili gabbie dove questi animali sono costretti a vivere gran parte della loro vita, confinati in uno spazio dove non possono neanche girare su se stessi e accudire i propri cuccioli, allevati per il mercato della carne.
Firenze
in Piazza della Repubblica abbiamo invece riprodotto le condizioni di sovraffollamento tipiche degli allevamenti “a terra”. 450 milioni di polli, l’animale più allevato in Italia, vivono stipati all’interno di capannoni industriali dove vengono fatti ingrassare per circa 6 settimane. Questa specie è stata negli anni selezionata geneticamente affinché ‘il petto’, la parte del loro corpo più venduta e mangiata, cresca velocemente. Milioni di polli uccisi nei macelli italiani sono animali ancora cuccioli, deformati da questa manipolazione al punto che il loro petto cresce a dismisura rispetto a cuore, zampe e polmoni, causandogli, durante la loro breve vita, problemi cardiocircolatori, fratture alle zampe e malattie respiratorie.
Queste sono le condizioni di allevamento del “sistema intensivo”, rappresentate attraverso le immagini delle nostre investigazioni che mostrano il primo anello della catena di produzione della carne che troviamo in vendita a basso costo. E se è vero che negli allevamenti biologici vi sono alcuni miglioramenti circa le condizioni di vita, è vero anche che la destinazione finale per tutti è il macello. Sono quindi sempre gli animali a pagare il prezzo più alto e non solo per la produzione di carne, ma anche per i cosiddetti prodotti “derivati” come il latte e le uova.
Non a caso il World Vegan Day si celebra proprio nel giorno della fondazione della Vegan Society britannica, il 1 novembre 1944, quando alcuni esponenti della prima Vegetarian Society vollero prendere le distanze dallo sfruttamento degli animali per la produzione di latticini, a quel tempo argomento quasi sconosciuto.
Ma il trattamento è lo stesso: gabbie e capannoni sovraffollati. E oggi solo in Italia sono 600 milioni gli animali negli allevamenti intensivi.
Proprio il termine vegan fu coniato perché rappresentasse l’inizio (ve) e la fine (gan) di un’alimentazione vegetariana, in favore appunto di quella vegan, più rispettosa degli animali.
Ma non solo!
Le condizioni di sovraffollamento e promiscuità degli allevamenti intensivi rendono necessario l’utilizzo di farmaci e antibiotici e oggi sappiamo che stiamo pagando il costo anche di questa politica scellerata che ha dato via al fenomeno dell’antibiotico resistenza.
Nel 2050 inoltre saremo nove miliardi di persone ed è necessario ripensare le nostre abitudini e scegliere un’alimentazione sostenibile per ridurre l’impatto ambientale sul pianeta, provato dall’inquinamento causato proprio dall’allevamento intensivo, prima causa di emissioni di gas serra, distruzione foreste pluviali, zone morte degli oceani e consumo di risorse.