Sperimentazione animale: ancora un calo in Italia
In questi giorni il Ministero della Salute ha pubblicato i dati sulla sperimentazione animale riguardanti il 2014.
I numeri totali mostrano una leggera flessione e sono scesi di 30.000 unità rispetto all’anno precedente, seguendo così l’andamento degli ultimi quindici anni.
Gli animali utilizzati nei laboratori italiani nel 2014 sono stati 691.666, scendendo per la prima volta al di sotto delle 700.000 unità.
Niente di cui esultare, ma una costante diminuzione è sempre un segnale positivo. Dieci anni fa erano infatti 1 milione gli animali utilizzati nei centri di ricerca italiani.
In questo calo hanno contribuito diversi fattori, tra cui sicuramente il taglio alla ricerca e la crisi economica, ma forse la scienza sta in parte anche spostando il proprio asse. Inoltre ogni metodo sostitutivo approvato dall’Unione Europea, che da quel momento diventa obbligatorio utilizzare, va a ridurre significativamente i numeri.
Da segnalare il calo notevole nell’utilizzo di cani, scesi a 191 rispetto ai 300 del 2013 e ai 550 del 2012. Non è dato sapere se e quanto la chiusura di Green Hill abbia influito su questo, ma è interessante notare come adesso la maggior parte provengano da paesi extraeuropei, presumibilmente gli Stati Uniti, con quello che è sicuramente un costo maggiore.
Sono 454 invece i primati sottoposti a sperimentazioni in Italia nel corso dell’anno. Un numero che pur con oscillazioni annue rimane simile a quello del 2011.
Gli animali più utilizzati rimangono sempre i “classici” animali da laboratorio come topi (485.820), ratti (129.446) e porcellini d’india (17.099), ma negli ultimi anni la ricerca si è spostata sempre più verso altre specie come polli (28.215) e pesci (18.837).
Il numero di animali utilizzati in Italia nel 2014
Dati: Ministero della Salute | |
Topi | 485.820 |
Ratti | 129.446 |
Polli domestici | 28.215 |
Porcellini d’India | 17.099 |
Pesci zebra | 10.335 |
Altri pesci | 8.502 |
Conigli | 7.059 |
Suini | 1.541 |
Rane | 1.199 |
Altri uccelli | 858 |
Criceti | 490 |
Macachi di Giava | 443 |
Cani | 191 |
Bovini | 168 |
Rettili | 95 |
Pecore | 74 |
Altri anfibi | 54 |
Capre | 31 |
Altri mammiferi | 16 |
Cefalopodi | 15 |
Uistiti o tamarini | 6 |
Macachi resi | 5 |
Furetti | 4 |
Ma quando si parla di sperimentazione non si parla solo di numeri. Si parla di esseri viventi nati in una gabbia e privati prima di tutto della libertà, che vivono e crescono in una situazione di stress e paura, sottoposti a dolori che in molti casi non si può evitare di definire torture.
A tal proposito per la prima volta quest’anno l’Italia ha diffuso i dati secondo le norme imposte dalla nuova direttiva Europea, indicando non solo la provenienza degli animali ma anche il livello di dolore a cui sono stati sottoposti. E sono quasi 22.000 gli animali che gli stessi ricercatori indicano di aver sottoposto a dolori gravi, mentre 300.000 quelli a cui sono stati inflitti dolori cosiddetti moderati. Si tratta della metà degli animali. Per gli altri i dolori sono invece considerati lievi. A dispetto di chi continua a dire che ormai nei laboratori di ricerca gli animali non soffrono.
Quanto ancora accade agli animali deve spronarci a spingere ancora di più verso un cambiamento di mentalità nella ricerca e verso la realizzazione e approvazione di nuovi strumenti che sostituiscano definitivamente gli animali.
La scienza del futuro sarà un’altra, quello che dobbiamo determinare è solo il quando. E fare in modo che sia prima possibile.