Un’inchiesta indipendente rileva gravi violazioni nei macelli inglesi


Simone Montuschi
President

Il Bureau of Investigative Journalism ha appena pubblicato un rapporto che rivela terribili crudeltà riservate agli animali nei macelli inglesi. L’inchiesta è stata realizzata da una no-profit indipendente specializzata in analisi e indagini a beneficio pubblico.

 

Negli ultimi due anni i veterinari e ispettori per l’igiene degli alimenti presenti nelle strutture di macellazioni hanno rilevato oltre 4.000 gravi violazioni delle norme sul benessere animale, tra cui casi di maiali e polli bolliti vivi, animali morti congelati o soffocati durante il trasporto.

 

Questi dati analizzati dal BIJ provengono da una relazione dettagliata della Food Standards Agency, un organo di controllo predisposto alla sicurezza alimentare. Secondo la FSA le sofferenze subite dagli animali sono imputabili a continui guasti sulle linee di produzione, rotture delle apparecchiature e procedure sbagliate. Queste crudeltà e negligenze commesse dal personale dei macelli, dai trasportatori e degli allevatori favoriscono il rischio di intossicazione alimentare.

 

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© Bureau of Investigative Journalism

 

I documenti raccolti mostrano come molti animali arrivano al macello in condizioni pietose: alcuni sono troppo deboli per reggersi in piedi, altri ancora sono malati e presentano ferite aperte o fratture. Inoltre, sono all’ordine del giorno casi di stordimento inefficace, con la conseguente uccisione degli animali in piena coscienza. 
I veterinari e gli ispettori dell’FSA che lavorano nei macelli hanno constatato, tra luglio 2014 a giugno 2016, un totale di 9.511 violazioni sul benessere animale di cui la metà catalogate come “ad alto rischio”, ovvero in cui gli animali sono stati sottoposti a «dolore, angoscia o sofferenza.»

 

4.455 infrazioni gravi, una media di sei al giorno. Un numero davvero impressionante se pensiamo che una singola violazione può includere anche centinaia di animali.

 

Ogni anno in Gran Bretagna vengono uccisi a fini alimentari 900 milioni di animali (in Italia sono 500 milioni). 317 sono i macelli funzionanti e, la maggior parte di questi, sono gestiti da poche grandi aziende che dominano il settore della lavorazione della carne.
Subito dopo la diffusione dell’inchiesta non sono mancate le tempestive dichiarazioni delle parti in causa. Neil Parish, presidente del Commons Select Committee for Environment, Food and Rural Affairs, incaricato dal governo per inasprire i controlli nei macelli,  ha dichiarato: «Questo paese si vanta di avere i più alti standard di benessere degli animali in tutto il mondo. È di vitale importanza reprimere eventuali abusi e garantire tolleranza zero per qualsiasi maltrattamento degli animali quando vengono macellati.»

D’altro canto un esponente sindacale ha affermato che gli ispettori che tentano di effettuare controlli subiscono mobbing, ma anche intimidazioni e minacce di violenza fisica. Inoltre, va sottolineato come, dai dati emersi, non sia chiaro quante delle violazioni registrate siano state effettivamente sanzionate.

Queste inchieste “ufficiali” non fanno altro che ribadire ciò che più volte hanno mostrato le investigazioni sotto copertura realizzate dalle associazioni per i Diritti Animali in ogni parte del mondo.

 

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foto: Essere Animali

 

Ogni volta che assistiamo a scene come queste non possiamo non rimanere basiti davanti alle conclusioni degli addetti ai lavori e dei loro controllori, che non mancano mai di dichiarare il loro impegno nel: «promuovere una cultura di compassione nei macelli, in modo che gli animali allevati per produrre alimenti abbiano una buona vita e una morte umana.»

A tal proposito, la nostra riflessione è molto semplice: non c’è nulla di compassionevole nell’allevare, spostare con forza e togliere la vita a un individuo. Tutti gli sforzi per rendere umana questa pratica sono vani in partenza, tempo sottratto nel cercare di creare un sistema alimentare che non preveda l’oppressione di esseri senzienti. Miliardi di animali ce lo chiedono con urgenza, milioni di persone stanno già contribuendo a realizzarlo scegliendo un menù cruelty-free.