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Allevamenti di visoni: nel 2015 crollo mondiale del 25%


Simone Montuschi
President

I dati diffusi recentemente da Kopenhagen Fur sono migliori di quanto ci aspettassimo: in tutto il mondo la produzione di pelli di visone è calata del 25%. Il numero di animali uccisi nel 2013 aveva toccato il picco più alto della storia, con oltre 87 milioni di visoni trasformati in pellicce. Numeri calati a 72 milioni nel 2014 e a 54 milioni nel 2015.

Questo è l’effetto di un mercato che sta scoppiando e di una pratica che in tutta Europa viene criticata e vietata in un paese dopo l’altro.

Nei paesi scandinavi, considerati uno dei regni della produzione di pellicce, il numero di pelli è calato da 4 a 3,5 milioni. E in Norvegia si avvicina sempre di più la discussione sul divieto di questa pratica, ormai sostenuto da ampia maggioranza della popolazione.

L’est Europa invece negli ultimi anni è stato visto come il luogo perfetto dove spostarsi e investire per gli allevatori con problemi nel proprio paese. Molti allevatori di visoni da paesi dove è stato posto un divieto si sono spostati verso Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, dove in pochi anni la produzione è cresciuta in modo incredibile. Ma quest’anno per la prima volta anche qui ha subito un calo notevole passando da 16 a 14 milioni di visoni.

 

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© Kopenhagen Fur

 

Il segnale più forte arriva però dalla Cina, dove da 40 milioni di visoni nel 2013 e 18 milioni nel 2014 si è passati a 8 milioni lo scorso anno. Buona parte del mercato globale delle pellicce negli ultimi anni è stato guidato proprio dalla Cina, dove una congiuntura economica favorevole e una considerazione come status symbol hanno portato ad acquisti di pellicce senza precedenti nel mondo. Ma da un paio di anni la bolla economica del mercato pellicceria in Cina è scoppiata, e dopo aver portato ad un crollo del 70% i prezzi delle pelli, in due anni l’allevamento di visoni nel paese è calato dell’80%. Un chiaro segnale dei tempi che cambiano.

Kopenhagen Fur purtroppo non fornisce i numeri olandesi, paese in cui pare esserci stato un significativo crollo produttivo. Da ricordarsi che tra qualche anno in Olanda, che era il quarto maggiore produttore mondiale, sarà vietata questa pratica, storica decisione che inciderà notevolmente sul mercato.

E in Italia? Non si hanno ancora i dati relativi alla produzione 2015, ma nel 2013, nel pieno del boom mondiale di questo settore, l’Associazione Italiana Allevatori Visoni prometteva guadagni incredibili e pensava di moltiplicare il numero di allevamenti. A distanza di poco possiamo dire con piacere che questo non è successo. Grazie all’intervento di cittadini, istituzioni, comitati e associazioni come la nostra abbiamo bloccato molti progetti, mentre alcuni allevamenti storici nel frattempo hanno perfino cessato l’attività. Mantenendo quindi la produzione agli stessi livelli.

 

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Francesca Piu / Essere Animali

 

Nel nostro paese il settore vendita pellicce è in declino costante dell’8% l’anno mentre l’allevamento di visoni è osteggiato quasi dal 90% della popolazione. Sarebbe ora anche qui di dare un messaggio importante, chiudere gli allevamenti di visoni e dire basta ad una pratica che causa tali sofferenze agli animali.

 

La campagna Visoni Liberi nasce e continuerà proprio con questo scopo.

VisoniLiberi.org