TTIP: 7 motivi per cui anche gli animali sono contro
Che cos’è il TTIP
Dal luglio 2013 sono in corso i negoziati per arrivare a un Trattato commerciale di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti.
Tale Trattato è convenzionalmente denominato TTIP (acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership) e ha l’obiettivo di aumentare il commercio e gli investimenti tra i Paesi dell’Unione Europea e gli USA, eliminando gli ostacoli tariffari e non tariffari.
Sono esempi di ostacoli non tariffari:
- i limiti massimi dei composti chimici pericolosi, o potenzialmente pericolosi, presenti nei prodotti industriali, in particolare nei cibi, nelle bevande e nelle medicine;
- qualsiasi limitazione nelle gare d’appalto: ad esempio una scuola che richiede che la mensa dei bambini comprenda cibi a chilometro zero ostacola le multinazionali, perché non possono partecipare;
- la legge che impedisce la libera vendita delle armi da fuoco.
La segretezza delle trattative
Gli incontri ufficiali tra le delegazioni USA ed europea sono segreti, insieme alle decisioni prese. Le persone conosceranno i dettagli del Trattato solo quando sarà presentato al Congresso USA e al Parlamento Europeo per l’approvazione e questi non potranno modificarlo.
Una volta approvato il TTIP sarà valido senza bisogno di ratifica da parte dei Parlamenti Nazionali dei vari Paesi Europei.
Negli scorsi giorni la pubblicazione di un documento segreto di 248 pagine sulle trattative in corso ha evidenziato quanto siano pesanti e pericolose le enormi ingerenze delle multinazionali.
Cosa comporterebbe l’approvazione del TTIP
Il punto chiave è l’eliminazione degli ostacoli non tariffari al commercio, che provocherebbe un drammatico livellamento al ribasso della normativa europea in materia, tra l’altro, di:
- salute pubblica
- sicurezza alimentare
- informazione dei consumatori
- tutela degli animali
Su questi aspetti infatti la normativa europea è più progredita di quella degli Stati Uniti e le modalità con cui sta avvenendo la negoziazione tra le parti faranno sì che vi sarebbe un forte livellamento verso il basso dei livelli di tutela, anziché un’armonizzazione verso l’alto.
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, allo stato attuale delle negoziazioni si prevede il riconoscimento automatico delle norme vigenti negli Stati Uniti. Qualora il Trattato fosse approvato, ci sarebbero le seguenti conseguenze:
- Introduzione di nuovi prodotti: per autorizzare un prodotto in Europa è necessario che sia evidente che tale prodotto non presenta rischi (obbligo di prova positiva) mentre negli Stati Uniti, al contrario, è sufficiente che non vi siano prove della presenza di rischi. Sul piano pratico ciò significa che in Europa la presenza di incertezze scientifiche serie sulla rischiosità impedisce l’introduzione del prodotto, negli Stati Uniti no (salvo poi adottare misure restrittive, se si evidenziano rischi). L’approvazione del Trattato mette quindi a rischio la sicurezza alimentare.
- Pesticidi: negli Stati Uniti è autorizzato l’uso di ben 82 pesticidi vietati nell’Unione Europea. L’approvazione del Trattato comporterebbe la possibilità di commercializzare e utilizzare anche in Europa i pesticidi finora vietati.
- Ogm: negli Stati Uniti gli OGM sono considerati equivalenti agli alimenti e alle sementi convenzionali, non devono essere preventivamente autorizzati e non esiste un monitoraggio sui possibili effetti nel lungo termine. Gli USA contestano la normativa europea che, oltre ai possibili divieti nazionali, consente alla Commissione Ue di non autorizzare gli OGM anche se hanno ottenuto parere favorevole da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Secondo gli Usa una volta che un OGM ha avuto parere scientifico favorevole, la sua autorizzazione alla commercializzazione dev’essere automatica e senza alcun vincolo. Inoltre in Europa è obbligatoria l’etichettatura dei prodotti alimentari che contengono OGM in quantità superiore allo 0,9% rispetto al peso totale, negli Stati Uniti l’etichettatura è volontaria. L’approvazione del Trattato comporterebbe, quindi, un allentamento dei vincoli alla commercializzazione in Europa degli OGM e, con buona probabilità, l’eliminazione dell’obbligo di etichettatura al fine di soddisfare le pressioni fortissime delle multinazionali americane che in tale settore operano.
- Ormoni: l’Unione Europea vieta l’utilizzo di ormoni al fine di rendere più rapida la crescita degli animali presenti negli allevamenti, gli USA lo consentono. L’approvazione del Trattato consentirebbe con tutta probabilità la commercializzazione in Europa di carni di animali a cui sono stati somministrati ormoni, tornando alla situazione che esisteva prima del 1988.
- Antibiotici: negli Usa, a differenza che nell’Unione Europea, che l’ha vietato dal 2006, è ancora consentito l’utilizzo di antibiotici nei mangimi come promotori della crescita. Qualora fosse approvato iI TTIP sarebbe possibile l’esportazione dagli Stati Uniti all’Europa di carne di animali cui sono state somministrate dosi massive di antibiotici.
- Sperimentazione animale: come noto in Europa vige il divieto di sperimentazione animale per l’industria della cosmesi, un divieto che si estende al piano commerciale visto che è illegale anche l’importazione di prodotti non europei precedentemente testati su animali. Negli Stati Uniti non esiste tale divieto e l’approvazione del Trattato potrebbe consentire il suo superamento.
- Arbitrato sovranazionale: il TTIP prevede la creazione di un tribunale sovranazionale privato che, bypassando i sistemi giudiziari nazionali, sarebbe incaricato di risolvere le controversie tra le multinazionali e i governi. È assai probabile che se ciò accadesse gli interessi economici e commerciali delle grandi aziende prevarrebbero su quelli dei singoli cittadini (tutela della sicurezza dei prodotti, della salute delle persone e del diritto di queste ad essere informate su ciò che acquistano), con la fine della democraticità dei processi decisionali.
Cosa cambierebbe (in peggio) per gli animali
Condizioni ancora peggiori per gli animali negli allevamenti
Con le nostre investigazioni abbiamo più volte mostrato le terribili condizioni in cui vivono gli animali allevati. La legislazione europea in tema di benessere animale è assai carente e consente agli allevatori di tenere gli animali in condizioni contrastanti alle loro basilari esigenze.
Ciò premesso, il TTIP peggiora ulteriormente e in maniera significativa la già carente normativa europea in materia di “benessere” degli animali negli allevamenti (tenuto conto che negli Stati Uniti l’unico standard esistente riguarda la macellazione!).
Essere Animali sta lavorando per l’abolizione di qualsiasi tipo di abuso e maltrattamento nei confronti degli animali e ci non ci accontentiamo certo della blanda normativa europea. Tuttavia non vogliamo neppure che la già terribile situazione degli allevamenti europei peggiori ulteriormente!
Di nuovo possibile la sperimentazione sugli animali dei prodotti cosmetici?
La pressione lobbistica delle grandi imprese americane potrebbe far sì che sia nuovamente possibile importare nei Paesi Europei prodotti cosmetici testati sugli animali, eliminando una conquista frutto di decenni di lotte.
Un deciso no al TTIP!
Riteniamo, quindi, doveroso opporsi all’approvazione di questo Trattato che:
- peggiorerebbe ancora di più le già drammatiche condizioni degli animali presenti negli allevamenti
- potrebbe consentire il ripristino della possibilità d’importazione in Europa di prodotti cosmetici testati su animali
- metterebbe a rischio la salute delle persone
- darebbe moltissimo spazio e potere alle lobby economiche e alle multinazionali
- ridurrebbe gli spazi reali di democrazia e di informazione dei cittadini.
Per tutti questi motivi noi diciamo: #stopTTIP!