Rimini, riparte il processo al Delfinario
Saremo presenti a questa seconda udienza, che vede imputati il legale rappresentante della società di gestione della struttura e la veterinaria responsabile della custodia e della somministrazione dei farmaci, con l’accusa di maltrattamento di animali ai sensi degli articoli 544 ter, comma I e II, e 727 del Codice Penale.
Secondo il Decreto di citazione a giudizio gli imputati sottoponevano gli animali a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili per la loro natura, anche “sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi, con conseguenti gravi sofferenze”.
In particolare
– la vasca è risultata non conforme ai parametri stabiliti dal D.M. n.469/2001, senza un sistema di raffreddamento e di filtraggio adeguato dell’acqua, né strutture che permettessero agli animali di ripararsi dalle intemperie e dal sole o di sottrarsi alla vista dei visitatori e all’illuminazione serale artificiale
– gli imputati inoltre avrebbero somministrato ai delfini in modo continuativo ormoni e farmaci, per uso contraccettivo e per gestire i conflitti fra gli animali e le problematiche connesse all’inadeguatezza della struttura.
Nel settembre 2013 la Procura della Repubblica dispose il sequestro dei 4 delfini utilizzati negli spettacoli: la madre Alfa, catturata nel golfo del Messico trent’anni fa e i suoi tre figli, Sole, Luna e Lapo, poi trasferiti all’acquario di Genova.
Per anni il delfinario di Rimini ha esibito animali nonostante fosse privo della licenza di giardino zoologico, poi negata con decreto ministeriale.
Abbiamo manifestato più volte e questo processo costituisce un passo importante, ma non dimentichiamo che al delfinario è stato concessa licenza di ‘spettacolo viaggiante’ e da due anni vi sono esibizioni di otarie nella piccola vasca situata sul lungomare, in piena ‘movida’.
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Gli animali utilizzati in questi spettacoli vivono in spazi esigui per le loro esigenze etologiche e sono costretti a compiere esercizi in cambio di cibo, in una routine di privazioni che lo spettatore non vede e quindi non percepisce direttamente.
Tutto è artificiale, il piccolo mondo creato per l’animale-attrazione, pallida fotocopia dei suoi simili in natura e anche il messaggio veicolato, spacciato per educativo, ma fondato sulla prevaricazione.
Aggiornamento sul processo
I difensori degli imputati hanno chiesto l’esclusione di tutte le associazioni che avevano avanzato la richiesta di costituzione come parte civile, formulando molteplici eccezioni. Il giudice ha ascoltato le parti e non riuscendo a risolvere in udienza le complesse questioni sollevate dalla difesa ha rinviato il processo al 4 febbraio per decidere sul l’ammissione delle parti civili e ascoltare i primi testi dell’accusa. Vi terremo aggiornati.