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In Canada nessuno vuole lavorare nei macelli


Simone Montuschi
President

Il Canadian Meat Council ha affermato che circa 1000 operatori potrebbero essere subito assunti ma, come confermano molte aziende, vi sono difficoltà dovute alle implicazioni psicologiche dietro l’uccisione sistematica degli animali.

«Ci sono persone che se ne vanno dopo un paio d’ore.»
Werner Siegrist, general manager della Canadian Premium Meats

Più di un’azienda lamenta infatti perdite di produttività dovute proprio a questo fattore.

Una notizia che desta attenzione, seppur nella specificità del paese da cui proviene, poiché ci porta ad assistere al vacillare di uno dei mantra più utilizzati dall’industria della carne, quello dei ‘posti di lavoro’, che se esula, o meglio svicola, le riflessioni etiche che vi sono dietro il mangiare carne, tende purtroppo spesso a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica.

Ma, anche in tempo di crisi, in Canada non si trovano canadesi disposti ad adeguarsi ad un lavoro difficile: uccidere sistematicamente centinaia di animali che solo le scosse del pungolo elettrico spingono verso la morte, assistere alle loro ultime grida, vedere lacerare quei corpi, tutti i giorni.

Come prevedibile la ricerca di manodopera si è già spostata, come in altri paesi, verso la richiesta di lavoratori immigrati: il Canadian Meat Council si sta adoperando in un lavoro di lobby per rendere più semplice la loro assunzione nei macelli e negli impianti di trasformazione della carne.

Le intenzioni del Ministero Federale per l’Occupazione, vista la particolare situazione di crisi economica, sono quelle di aiutare le aziende a reclutare persone fra la popolazione canadese, ma visto ciò che accade una probabile soluzione sarà l’impiego dei rifugiati. Persone che, al di là della diversa considerazione che possono avere degli animali perché provenienti da paesi con una diversa cultura, si trovano prima di tutto nella condizione di avere solo minime possibilità di scelta.

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Essere Animali

Ma ad averne ancora meno sono gli animali, uccisi a milioni in stabilimenti da cui sempre più persone fuggono, grazie a una continua crescita di sensibilità nei confronti degli animali al lavoro costante d’informazione che in tutto il mondo il movimento animalista promuove. In Canada sembra che ciò stia dando buoni risultati e noi vogliamo pensare che questo possa avvenire, col giusto tempo, in ogni paese.

Noi possiamo cominciare dalle nostre scelte e dalle nostre azioni, per rendere il mondo un posto migliore, per tutti.