8 motivi per cui l’Italia deve abolire gli allevamenti di visoni
1 – Gli animali non toccano mai il terreno
La vita dei visoni negli allevamenti si svolge completamente in una gabbia di poche decine di centimetri quadrati, fatta di rete metallica e sospesa dal terreno. I visoni nascono, crescono e vivono perennemente in queste gabbie, senza mai toccare il terreno o l’erba con le loro zampe. Vivere una vita sulle sbarre è fonte di stress e dolore.
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2 – I visoni vogliono vivere in acqua, non in gabbia

I visoni in natura vivono nelle foreste vicino a fiumi, ruscelli, laghi, stagni. Sono infatti animali semiacquatici ed eccellenti nuotatori. Scavano le loro tane lungo le rive, le ricavano da tronchi cavi oppure abitano quelle abbandonate da castori o topi muschiati e creano dei giacigli con erba secca e foglie.
In cerca di cibo si immergono anche in profondità e possono nuotare per ore senza fermarsi, coprendo in un solo giorno distanze fino a 20 chilometri. Negli allevamenti l’unico contatto che possono permettersi con l’acqua è attraverso un beverino che ne rilascia poche gocce.
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3 – La prigionia genera comportamenti stereotipati
La vita in gabbia e lo stress portano molti di questi animali a mostrare segni di cedimento psicologico, evidenziati dai comportamenti stereotipati, documentati nel nostro caso piazzando una telecamera nascosta vicino ad una gabbia. Quello che le immagini video hanno rilevato è un comportamento immutabile dei poveri visoni che tutto il giorno o quasi vanno avanti e indietro ritmicamente.
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4 – La prigionia genera aggressività e ferite
Più esemplari sono costretti a convivere nella stessa gabbia. Le conseguenze sono terribili: gli animali provocano lesioni al loro stesso corpo e spesso si mutilano, nel tentativo di porre fine al supplizio della prigionia. Aggrediscono e spesso uccidono i loro compagni
La vita a stretto contatto di animali che sono in natura solitari porta a gravi casi di aggressioni e ferite. In particolar modo nel periodo in cui i piccoli, tenuti fino a 5 in una gabbia, iniziano a crescere, questi fenomeni sono diffusi ed evidenti. Abbiamo trovato visoni con ampie ferite alla testa, alla coda, alle zampe.
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5 – Gli animali vengono uccisi in camere a gas
L’uccisione dei visoni in alcuni allevamenti avviene ancora con l’utilizzo di tubo di scarico di un trattore all’interno di una camera a gas artigianale. L’uso dei fumi di scarico è legale, ma la difficoltà di creare concentrazioni sufficienti e precise di CO rende questo metodo insicuro, lento e doloroso per gli animali. I visoni, animali semi-acquatici ed evoluti per trattenere a lungo il fiato, restano minuti dentro queste camere a gas prima di morire. I graffi all’interno delle pareti della camera a gas da noi documentata provano i loro disperati tentativi di liberarsi.
Ogni animale dovrebbe essere gettato nella camera a gas solo dopo aver constatato la morte del precedente. Le immagini da noi ottenute in tre diversi allevamenti provano che questo non accade mai.
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6 – Gli allevamenti non generano posti di lavoro
In Italia sono attivi poco più di 20 allevamenti di visoni. Quasi tutti sono a conduzione familiare o usufruiscono solamente di lavoratori stagionali nei mesi di novembre e dicembre. Un divieto di questa attività non andrebbe assolutamente ad avere grosse ripercussioni dal punto di vista occupazionale, al contrario di quanto dicono gli allevatori.
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7 – In Europa la moda sta cambiando

Le pelli degli allevamenti italiani vengono vendute alle aste internazionali, dove i principali acquirenti sono russi e cinesi. In Italia il consumo di pelliccia sta avendo un calo dell’8% annuo, mentre il 51% degli stessi operatori del settore intervistati per un’analisi di mercato dichiarano che prevedono per il futuro un ulteriore declino di mercato. Solo il 3% di loro prevede una crescita in futuro. L’Associazione Italiana Pellicceria spinge quindi per trovare mercato in oriente, dove ancora non è diffusa la coscienza animalista maturata da noi in diversi decenni, e a nascondere la pelliccia negli oggetti più inusuali, dai mobili per la casa ai portachiavi e gadget vari.
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8 – Molti paesi l’hanno già fatto
Austria, Regno Unito, Olanda, Slovenia, Croazia e Bosnia sono le prime nazioni europee che hanno stabilito un divieto totale di allevamento di animali per farne pellicce. Due delle tre regioni in cui è diviso il Belgio hanno fatto lo stesso. In Germania una legge imporrà dal 1 gennaio 2016 l’allevamento di visoni a terra, rendendo anti-economica questa attività e costringendo a chiudere gli ultimi allevamenti. Una legge simile è applicata anche in Svizzera, in cui non vi sono infatti allevamenti di animali da pelliccia. Altri paesi come Danimarca e Svezia hanno vietato l’allevamento di volpi per farne pellicce.
L’Italia potrebbe essere il prossimo paese nella lista degli esempi virtuosi! Sono al momento ferme nelle Commissioni di Agricoltura e Sanità del Parlamento ben tre diverse proposte di legge al riguardo. La campagna VISONI LIBERI nasce per far conoscere questa crudele pratica e portare alla sua ABOLIZIONE.