Salvati in extremis! 5 polletti verso una nuova vita
SALVI IN EXTREMIS! 5 POLLETTI VERSO UNA NUOVA VITA
Li abbiamo raccolti e portati via dopo un brutto incidente: lo splendido racconto di questo nuovo emozionante salvataggio.
Si vedono ovunque, dalle vie dei paesi alle strade di scorrimento veloce. La maggior parte delle persone non ci fa neanche caso, eppure quei camion trasportano delle vite alla morte più dolorosa e tremenda. Tutto questo rimane celato ai nostri occhi. Stipati dentro a gabbie di plastica, nel caso di polli e galline, o ammassati gli uni sugli altri, gli animali arrivano in condizioni disperate al mattatoio.
Sono molto frequenti gli incidenti stradali che coinvolgono i camion per il trasporto del bestiame. Molti animali, nella migliore delle ipotesi, muoiono schiacciati. I sopravvissuti, feriti e agonizzanti, vengono caricati su un nuovo camion e il loro viaggio si conclude sempre al macello.
Ma ci sono dei casi in cui la tragedia di un incidente si trasforma in speranza. È successo pochi giorni fa, lungo una superstrada della Vallesina, zona in provincia di Ancona, conosciuta per i numerosi allevamenti di polli: un camion di polli si ribalta, viene chiusa la superstrada e la notizia gira subito sui giornali locali, corredate da immagini impressionanti. Metà degli animali sul camion muore.

Foto: Corriere Adriatico
Non appena siamo venuti a conoscenza di quanto accaduto, siamo corsi a vedere. Nessuna traccia dei polli, solo tante piccole piume ai lati della carreggiata. Abbiamo pensato che sicuramente alcuni di loro fossero finiti nel boschetto adiacente al guardrail, probabilmente sbalzati fuori dalle gabbie, ma sicuramente morti. Purtroppo, complici i lavori di riassestamento della strada, non siamo riusciti a raggiungere il posto in cui speravamo di trovarli.
Passano dei giorni, 4 lunghi giorni. Decidiamo di tornare, per l’ultima volta, senza alcuna speranza nei nostri cuori. Stavolta però riusciamo a raggiungere il punto preciso dell’incidente costeggiando a piedi la superstrada. Ci rendiamo conto di essere nel posto giusto non appena l’aria diventa irrespirabile. Odore di morte e decomposizione.
Tra i corpi straziati e già ricoperti di vermi notiamo subito 3 polletti ancora vivi, stretti gli uni agli altri. Inermi, feriti, affamati. Raggiungerli è difficilissimo, ci sono rovi e un canneto impenetrabile. Ma alla fine ci riusciamo. Li prendiamo in braccio e li portiamo in macchina. Poi sentiamo ancora pigolare e ne vediamo un altro, che prendiamo e portiamo via.
Si era fatto buio e abbiamo deciso di sospendere le ricerche e correre a portare in salvo i 4 piccolini. Non sappiamo quanto tempo abbiano passato a bere l’acqua fresca che gli abbiamo dato, mezz’ora almeno, ma siamo certi che non hanno mai avuto la possibilità di abbeverarsi in quei giorni di caldo infernale.
L’indomani mattina all’alba siamo tornati e abbiamo portato in salvo l’unico polletto rimasto ancora in vita. Stava accovacciato stretto ai corpi dei suoi compagni morti. Terrorizzato, ha urlato quando lo abbiamo preso in braccio.
Abbiamo lasciato per sempre quel posto, con una sensazione di gioia e tristezza allo stesso tempo, ma incoraggiati a fare sempre di più per loro, vittime di uno sfruttamento silenzioso.
Oggi, a distanza di una settimana, i polletti stanno molto meglio. Le loro ferite si stanno rimarginando, la paura si sta pian piano affievolendo e la loro forza di vivere li farà diventare presto dei meravigliosi galletti come i loro cugini, Deneb e Albireo, compagni delle loro nuove giornate e della loro nuova vita lontana per sempre dalla sofferenza.