5 motivi per dire no alle uova
Le immagini di capannoni industriali maleodoranti, con file interminabili di gabbie piene fino all’inverosimile di galline sono ancora una realtà. Il 90% delle uova che entrano nel mercato italiano provengono da questi allevamenti. Ma anche qualora provengano da allevamenti a terra, all’aperto o biologici, sai davvero cosa si nasconde dietro ad ogni uovo?
Eccoti 5 buoni motivi per cui puoi decidere di fare una scelta etica importante, corroborati dal nostro lavoro di investigazione negli allevamenti italiani.
1) Condanna a morte dei pulcini maschi
Le galline ovaiole appartengono a una specie selezionata unicamente per produrre elevate quantità di uova (ogni gallina ne produce circa 300 l’anno).
Allevare quindi i maschi per la carne risulterebbe antieconomico perché la loro velocità di crescita corporea è altamente inferiore a quella della specie broiler, selezionata per ingrassare rapidamente. Per questo motivo, dopo la schiusa i pulcini maschi vengono separati dalle femmine e immediatamente uccisi in quanto improduttivi, triturati vivi o con il gas (metodi consentiti dalla legge).
2) Mutilazione del becco
Tutti i pulcini che saranno immessi negli allevamenti intensivi subiscono nei primi giorni di vita la mutilazione del becco, una dolorosa operazione necessaria per limitare i problemi derivati dall’aggressività indotta dallo stress degli allevamenti: il continuo beccarsi e strapparsi le piume reciprocamente potrebbe causare ferite mortali. Questa pratica è l’unica non seguita negli allevamenti di tipo biologico.
3) Continuo stress e sofferenza
– Allevamenti in gabbia. Le gabbie sono situate in enormi capanni industriali e sistemate in lunghe file sovrapposte fino a 6 piani di altezza. Le galline vivono tutta la vita ammassate in uno spazio grande quanto un foglio di giornale; le dimensioni del loro spazio vitale sono talmente ridotte che a causa della costante immobilità le loro ali si atrofizzano. Il pavimento è formato da una rete metallica, che provoca dolorose ferite e deformazioni alle zampe. Le galline sono costrette a sopportare continui cicli di luce artificiale che durano da 16 fino anche a 20 ore di luce al giorno per incrementare la produzione di uova, arrivando a produrre il doppio o anche il triplo di quante ne deporrebbero in natura con i propri normali cicli.
– Allevamenti a terra. Le galline vivono in capannoni stipate fino a 18 individui per m2. Questo metodo non permette che il fondo del capanno venga pulito se non quando il ciclo produttivo termina e costringe gli animali a vivere per tutto il periodo del loro sfruttamento camminando, mangiando e dormendo su uno strato sempre crescente di escrementi.
– Allevamenti all’aperto. Le galline possono uscire in aree recintate per alcune ore al giorno, solo in alcune stagioni. L’interno dei capannoni è identico a qualunque allevamento a terra e qui le galline trascorrono i 2/3 della loro vita.
– Negli allevamenti biologici. Le galline hanno la possibilità di uscire all’aperto su un terreno coltivato in maniera biologica e sono alimentate con mangimi biologici all’80%. Come in ogni altro tipo di allevamento, in quelli biologici si riscontrano gli stessi problemi: animali spennati e feriti, malati e malformati, sofferenti per lo stress e spaventati.
Guarda “Fabbriche di uova”, una nostra indagine dentro gli allevamenti di galline:
4) Vita breve per le galline
Quale che sia l’allevamento di provenienza, la sorte delle galline è sempre la stessa: dopo un periodo variabile tra 1 e 2 anni la loro produttività non risulta più conveniente per l’allevatore e vengono quindi destinate al macello, dove usciranno sotto forma di carne di seconda scelta o alimenti per altri animali. Quelle che vivono più a lungo muoiono in gran parte di cancro alle ovaie, una piaga dovuta al ritmo innaturale di ovulazioni e che colpisce oltre il 51% delle galline tra i 2 e i 4 anni di vita.
5) Puoi farne a meno
L’ultimo motivo, ma non meno importante, è che delle uova si può benissimo fare a meno! Si può decidere di rinunciare alla crudeltà verso le galline senza dover per questo rinunciare alla buona cucina e a gran parte delle ricette tradizionali che vi sono associate, come maionese, dolci di ogni tipo, crepes e quant’altro.
Se vuoi qualche spunto per una cucina priva di crudeltà Leggi QUI.
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