Pellicce: indagine mostra visoni uccisi nelle camere a gas
Diffondiamo questo video per mostrare dove nasce una pelliccia: non nelle vetrine dei negozi, né all’interno delle industrie che lavorano questi indumenti ma ancor prima nelle piccole gabbie degli allevamenti, dove gli animali attendono il giorno della loro uccisione, quando saranno soffocati uno a uno col gas.
Guarda l’indagine
Lo scopo di questa nuova investigazione, frutto di numerosi appostamenti e utilizzo di telecamere nascoste, è quello di alimentare un dibattito pubblico e politico, che possa spingere il Governo ad abolire l’attività di allevamento di animali da pelliccia, una pratica crudele già vietata in altri sei stati europei.
È questo l’obiettivo della campagna Visoni Liberi che abbiamo lanciato dopo aver diffuso due anni fa una prima indagine sulle condizioni dei visoni allevati in Italia, realizzando un filmato che testimoniava la presenza di animali feriti e morti all’interno delle gabbie e riuscendo a filmare per la prima volta la loro uccisione nelle camere a gas.
Oltre 170.000 visoni sono uccisi ogni anno negli allevamenti italiani con questo metodo, utilizzato perchè non causa danni alla pelliccia. Animali costretti vivere in piccole gabbie e condannati ad una morte atroce, considerati solo in funzione del valore economico del loro manto. Ma il 90% della popolazione vuole salvi i visoni e appoggia questo divieto, sostenuto anche da alcune Regioni e Comuni in cui sono presenti questi allevamenti!
Esistono già ben 3 Proposte di Legge, che però sono ferme alle Commissioni Referenti di Camera e Senato. Chiedi anche tu un discussione urgente che ponga fine per sempre alle sofferenze di questi animali firma la petizione
Il destino dei visoni dipende da noi!
Crediamo non vi sia nessuna giustificazione oggi per rinchiudere un animale di indole selvatica in una piccola gabbia e ucciderlo in una camera a gas per farne pellicce. Per questo ci impegneremo per ottenere l’abolizione degli oltre venti allevamenti di animali da pelliccia ancora attivi in Italia.