Una volta in libertà brillano come stelle
UNA VOLTA IN LIBERTÀ BRILLANO COME STELLE
La nuova vita di Altair, Deneb e Albireo.
Era una fredda sera di maggio e noi eravamo impegnati in un’investigazione all’interno di un allevamento intensivo di polli. Si chiamano broiler per l’esattezza e sono il risultato di un’esasperata selezione genetica che permette agli allevatori di ottenere in poco più di 40 giorni un pollo che a malapena si regge sulle sue zampe e con un petto esageratamente grande.
I polli vengono allevati a terra. La loro breve vita la trascorrono su un pavimento fatto di trucioli e paglia tagliata, che in breve tempo si trasforma in una lettiera umida e fetida. In un capannone lungo 100 metri convivono 40.000 animali, quasi sempre immobili, appollaiati sui propri escrementi. Il tasso di mortalità dei broiler è uno dei più elevati in assoluto tra gli animali d’allevamento.
Un altro morto ho pensato, e gli ho fatto una carezza. Ma lui si è mosso e allora l’ho preso in braccio cercando di rimetterlo in piedi, pensando ingenuamente che non riuscisse semplicemente a tirarsi su da solo. Non stava in piedi, né seduto. Muoveva una zampetta, solo questo.
Durante il viaggio di ritorno a casa il piccolo era avvolto nel calore del mio abbraccio. La gioia di potergli dare una possibilità e di non aver permesso che diventasse un rifiuto da smaltire il giorno dopo si scontrava con l’angoscia di tutti i suoi simili lasciati lì ad aspettare le ultime ore della loro vita. E’ difficile spiegare la sensazione che si ha quando si entra all’interno di uno di questi posti. Un’angoscia terribile. Avrei voluto portarli via tutti, uno per uno. Ma oltre a non poterlo proprio fare, lo scopo che ci prefiggiamo è un altro: mostrare qualcosa che nella nostra società rimane volutamente celato. Le persone non sanno, o forse non vogliono sapere perché questo implicherebbe impegnarsi a cambiare le cose. Sbattere loro in faccia la realtà, nascosta dentro capannoni come questo, è il nostro lavoro principale. Dopotutto gli allevatori non smetteranno di imprigionare animali finché ci sarà richiesta da parte del mercato.
Non appena arrivati a casa li abbiamo sistemati in una grandissima scatola con della paglia. Ci aspettavamo di trovare brutte sorprese l’indomani mattina, ma all’alba tutti e 3 piccolini erano svegli e stavano bene. Anche il più debole si reggeva sulle sue zampe, e pigolavano affamati. Da quella sera sono trascorsi tanti giorni. Mesi. Una delle cose che mi è rimasta più impressa è il loro sonno non appena arrivati a casa, il bisogno che avevano di dormire. La stanchezza di tutta una vita mai vissuta. All’interno degli allevamenti il loro ciclo vitale è completamente stravolto. Non esiste luce solare né aria fresca. Quando si accendono le luci automaticamente loro si svegliano e si dirigono verso i dispenser del cibo. E così va avanti per molte volte al giorno, fino alla fine dei loro giorni.
Al piccolino più debole venne dato il nome della stella più luminosa della costellazione dell’aquila, Altair. Ai suoi compagni, Deneb e Albireo, rispettivamente coda e becco della costellazione del cigno.
Il loro recinto era pronto, ad accoglierli c’erano due belle conigliette, anche loro con una vita difficile alle spalle, in gabbia per molto tempo utilizzate come fattrici. Fu subito amore. All’inizio i polli facevano pochi passi e, già stanchi, si sedevano sull’erba. Pesavano già molto, avevano un petto enorme e sapevamo che ci sarebbe stato il rischio che le loro zampette si sarebbero spezzate perché non abbastanza forti da reggere tutta quella mole. Dunque, molto movimento e sana alimentazione erano le nostre priorità.
Negli allevamenti venivano nutriti con mangime grasso per favorire la crescita e integratori appetizzanti per stimolare il loro continuo bisogno di mangiare. In poco tempo eravamo riusciti ad abituarli a cercare i semini da soli, ruspando tra le foglie.
L’estate è passata velocemente, e l’autunno ha portato nuovi coinquilini per i polli, ormai splendidi galli bianchi come la neve: ancora due conigliette. La loro casetta è stata realizzata con delle balle di paglia e foglie, per ripararsi dal freddo inverno in arrivo. È stato proprio in un freddo giorno d’inverno, primo giorno dell’anno, che Altair si è addormentato per sempre. Stava dentro alla sua casetta di paglia ancora caldo quando lo abbiamo trovato. E’ morto così, all’improvviso. Il suo corpicino così grande ma così debole è crollato. Questa volta davvero, e non abbiamo potuto fare nulla per salvarlo.
La tristezza per la sua morte è mutata in tremenda rabbia e angoscia quando il veterinario mi ha detto che me lo sarei dovuto aspettare, che i broiler sono creati per vivere quel poco che serve per essere macellati.
Adesso Altair riposa in pace e la sua stella sarà ancora per qualche giorno una delle più luminose del cielo notturno, per poi nascondersi e riapparire a giugno.
I polli amano razzolare liberi e crearsi con le zampette un giaciglio per dei riposini al sole. Tutti i polli amano farlo. Ogni anno in Italia vengono macellati 500 milioni di brolier, 500 milioni di individui come Altair, Deneb e Albireo.
La mattina successiva, Deneb e Albireo mi sono corsi incontro, più vivaci che mai, pronti a continuare da soli la loro vita insieme.
Alice
____________________________________________________________________
Un mondo diverso comincia anche dalle tue scelte.