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Eurispes 2014: siamo sempre più sensibili verso gli animali


Simone Montuschi
President

Eurispes 2014: siamo sempre più sensibili verso gli animali

In Italia i temi legati allo sfruttamento degli animali risultano sempre più sentiti e ce lo conferma il Rapporto Eurispes 2014 pubblicato in questi giorni.

Si nota una sensibilità che ha pochi paragoni in Europa riguardo a temi come le pellicce (85,5% contrari), la vivisezione (81,6% contrari) e la caccia (74,36% contrari), così come una crescita di quella parte di popolazione che rifiuta di mangiare animali e di prodotti animali (7,1% i vegetariani e vegani). Dal sondaggio è forte anche l’opposizione all’uso di animali nei circhi (65%), agli zoo (42%) e delfinari (43,8%).

Da questo sondaggio, per l’ennesima volta, risulta la mappatura di un’Italia che è stata in buona parte raggiunta dal messaggio animalista e si dichiara contraria alla sofferenza di altre specie.

Questi sondaggi sono importanti, per avere un polso della situazione in cui ci troviamo, per monitorare il sostegno a campagne che promuovono le associazioni come la nostra e per dimostrarlo ai politici che ci troviamo a pressare per ottenere risultati. Ma il limite di questi sondaggi lo si vede nella pratica quotidiana, quando ci scontriamo con uno status quo che sembra ancora troppo difficile da scalfire e con abitudini e scelte che tardano ancora ad essere modificate anche da quella fetta di persone che sembrano darci ragione. Abitudini e scelte che significano morte o prigionia per gli animali.

Quale è il divario tra una sensibilità espressa a parole e l’azione che dovrebbe scaturirne come conseguenza?
Quali sono i meccanismi psicologici dietro a scelte che le persone fanno o non fanno e quale il ruolo della pubblicità o dei condizionamenti sociali?
E in quale modo infine il nostro impegno di attivismo e la nostra comunicazione possono davvero raggiungere i milioni di persone che nella teoria riconoscono il diritto degli animali a non essere sfruttati?

Queste sono le domande che ci poniamo ogni giorno e che ci spingono rendere ogni giorno il nostro attivismo il più efficace possibile. Viviamo in una società dove troppo spesso anche la parola della maggioranza non viene ascoltata, anche quando si tratta di una maggioranza schiacciante. Per farci ascoltare siamo costretti ad alzare la voce, protestare, mettere in campo azioni spettacolari e di disobbedienza civile. E se anche i risultati non sono sempre quelli sperati non è un buon motivo per desistere. Solo chi abbandona la lotta perde davvero, e fa perdere gli animali.

Avere conferma da questo Rapporto Eurispes che la maggior parte degli italiani ripudia l’idea di sfruttare animali ci fa sapere che una parte del nostro messaggio è arrivata a destinazione. Sta a tutti noi adesso far arrivare anche l’altra, quella delle conseguenti scelte, e creare davvero il cambiamento che auspichiamo verso una società più etica.

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Fonte: Eurispes