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Safari Ravenna – Animali in cattività per business


Simone Montuschi
President

sitoEssere Animali diffonde una nuova investigazione realizzata all’interno dello zoo safari di Ravenna che rinchiude ed espone al pubblico centinaia di animali selvatici ed esotici per l’intrattenimento. Un dossier a cui hanno contribuito numerosi esperti: biologi, psicologi ed etologi che hanno fornito la loro consulenza e grazie alla quale oggi possiamo mostrare il vero volto di questa struttura, inaugurata nel maggio del 2012.

Visita il sito: www.SafariRavennaDossier.it

Un volto che, mascherato da presunti obiettivi didattici e scientifici, esibisce oltre 450 animali in un contesto per loro innaturale tra le automobili dei visitatori e la confusione che regna in questo luogo. Ciò che abbiamo documentato rappresenta quanto di più lontano una struttura che detiene animali in cattività dovrebbe perseguire:

• spettacoli con pappagalli e uccelli rapaci

• addetti dello zoo che invitano i visitatori a porgere cibo agli animali

• animali inseriti all’interno di un’area con una vegetazione completamente assente e priva di ripari indispensabili per potersi nascondere dallo sguardo indiscreto del pubblico.

Questi esemplari provengono dai circhi o da altri giardini zoologici e sono ora detenuti solamente per un tornaconto economico della società ALFA 3000, proprietaria dello zoo safari di Ravenna ma strettamente collegata ai circhi e ad altre strutture che detengono animali per fini commerciali. Un circolo vizioso utile solo a mantenere immutata una situazione che in Italia è da tempo insostenibile: gli animali non più utilizzati nei circhi e per cui è impensabile un rilascio in natura vengono semplicemente trasferiti negli zoo che continueranno a riservargli condizioni di detenzione inadeguate mentre altri animali saranno addestrati per spettacoli circensi, eticamente molto discutibili e già fortemente criticati dall’opinione pubblica. Un business alimentato anche dall’allevamento di animali all’interno dei giardini zoologici, fatti nascere con il pretesto della conservazione di specie minacciate ma che di fatto rimarranno prigionieri per tutta la vita.

Anche facendo lo sforzo di immedesimarci in questi animali non potremo mai capire veramente a fondo l’immensa sofferenza psicologica che deriva da questa reclusione perenne, per questo siamo convinti che non debbano essere realizzati ulteriori giardini zoologici e che la riproduzione di individui in cattività andrebbe assolutamente fermata.