Senza Voce, un’investigazione sulla produzione di carne di cane in Cina
Nel nostro mondo culturale abbiamo interiorizzato cani e gatti come esseri viventi, portatori di interessi e vivacità, possessori di anima, compagni di vita, insomma li abbiamo accettati come altri cittadini aventi un nome, propri diritti e sopratutto non soggetti all’inferno del commercio alimentare. Basta però portare la nostra attenzione verso altre culture come quella cinese, afgnana, coreana, e subito lo stomaco si stringe, la pelle si gela. Un indagine portata avanti in Cina dall’associazione Animal Equality mostra i cani allevati per la produzione di carne, animali tenuti in vita in condizione mostruose, spesso portati via a famiglie e privati di ogni minima necessità fisica e psicologica.
Vedere queste povere creature soffrire fa soffrire anche noi. Pensare che possa essergli fatto del male, pensare al loro dolore, ci angoscia e vorremmo porre fine a tutta questa inutile ingiustizia. I principi morali della stragrande maggioranza delle persone occidentali non sarebbero in accordo con tali usanze e l’unico pensiero sano sarebbe quello di cercare di porre fine a questo assurdo massacro.
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Lascia davvero tanta inquietudine sapere che il modo in cui consideriamo gli animali, da amare o da mangiare, sia anche il modo in cui percepiamo il mondo, credendo poi sia l’unico modo possibile. Eppure è così, Cina e Corea trucidano gatti e cani come Europa e America fanno con polli, vitelli e maiali. Se in occidente l’industria si occupa di rinchiudere e uccidere miliardi di animali, in Cina, Afganistan e Corea le stragi sono compiute da tanti singoli artigiani. Per come un economia è stata progettata e deve sussistere, ci siamo messi in testa che ad alcuni animali non debba essere concesso il diritto di vivere e ad altri invece si.
Queste immagini agghiaccianti ci possono far riflettere sul nostro reale stato culturale, sui meccanismi che agiscono all’interno della nostra eredità tradizionale, le nostre abitudini, i nostri usi e costumi. Indipendentemente dalla specie di appartenenza, che sia un maiale oppure un cane, un pollo o un gatto, non esiste alcuna necessità, nessun obbligo ci impone di privare la vita di un altro essere vivente.
Milioni di persone nel mondo pensano che l’allevamento e la macellazione di gatti e di cani destinati al consumo alimentare sia inaccettabile. Per questo motivo si sta portando avanti una mobilitazione collettiva per impedire al governo cinese di continuare con questa oscena pratica. Sul sito www.SenzaVoce.org si può sottoscrivere una protesta tramite petizione che sarà inviata al governo cinese.
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Fonte: Animal Equality
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