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Un’azione dimostrativa per dare un volto alla carne


Simone Montuschi
President

22A Bologna, davanti alla principale piazza del Nettuno, attivisti di essereAnimali hanno sorretto i corpi senza vita di due agnellini, recuperati all’esterno di alcuni 
allevamenti. A differenza dei loro fratelli e sorelle che raggiungeranno il macello nel periodo pasquale, sono morti prima di diventare carne. Siamo consapevoli che questa azione dimostrativa possa essere ritenuta scioccante, ma scioccante è il trattamento che riserviamo a questi esseri senzienti.

Mangiare carne purtroppo per moltissime persone è un’abitudine consolidata, una libertà intoccabile resa tale anche dalla consuetudine sociale che avvolge questo fenomeno. Raramente però, nonostante sia ovvio a tutti che la carne provenga dall’uccisione degli animali, ci soffermiamo sulle conseguenze di questa
scelta e quali implicazioni morali porta inevitabilmente con sè. Miliardi sono gli animali uccisi per l’alimentazione, ma non vediamo mai nessuno di loro. Rinchiusi negli allevamenti, in attesa del giorno in cui verranno inviati al macello, delle loro brevi esistenze non sappiamo nulla: non sappiamo come vivono, come muoiono, non conosciamo ciò che sarebbero capaci di fare se fossero lasciati vivere liberi.
 Lontano dai nostri occhi avviene la segregazione, la privazione delle più semplici esigenze etologiche e l’uccisione di un numero spaventoso di
individui sensibili al dolore ma anche ad altre emozioni (quindi non tipicamente umane) come la paura, l’angoscia, il provare terrore. Questa lontananza visiva inevitabilmente si traduce in una distanza emotiva, e ciò contribuisce a rinforzare l’idea che gli animali siano qualcosa a nostro uso e consumo.
 Ma tutto questo avviene come un pregiudizio, senza una reale valutazione di ciò che stiamo commettendo ai danni invece di qualcuno, come noi capace di percepire la sofferenza sia fisica che psicologica.

Per queste motivazioni abbiamo creduto giusto mostrare pubblicamente i corpi di due agnellini morti, che per noi oggi sono il simbolo di tutti gli animali uccisi per l’alimentazione, per aprire gli occhi alle persone e svelare una realtà mistificata.

Foto: Animal Equality

Foto: Animal Equality

Una recente investigazione dell’organizzazione Animal Equality ha mostrato infatti cosa si cela dietro all’industria ovina italiana. Sul sito www.SalvaunAgnello.com è possibile vedere un filmato che mostra le condizioni di vita di alcuni fra i 4 milioni di agnelli e capretti che vengono allevati e uccisi in Italia per la loro carne.
 Ben 800.000 muoiono esclusivamente nel periodo di Pasqua. Le immagini diffuse mostrano animali di appena un mese di vita visibilmente impauriti, separati dalle madri tra pianti angosciosi, caricati a forza sui camion, trasportati al macello e infine uccisi per sgozzamento.

Uno sfruttamento immane che si auto rigenera da sè, essendo gli animali allevati fatti nascere per questo scopo.
 Figlio dopo figlio, cucciolo dopo cucciolo poichè tutti gli animali che finiscono etichettati come pezzi di carne hanno pochi mesi di vita. Vogliamo la fine di questo orribile massacro, per questo abbiamo mostrato quei corpi senza vita, con la speranza che nel vederli, sempre più persone riflettano su quanto sia assurda e crudele la scelta di mangiare qualcuno, e non qualcosa.

GALLERIA FOTOGRAFICA DELL’AZIONE DIMOSTRATIVA

 

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