Troppi animali selvatici? Abbattiamoli!


Simone Montuschi
President

In questi giorni la sezione bolognese della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori si è espressa duramente contro la presenza, nelle colline adiacenti il capoluogo emiliano, di numerosi, a loro dire ‘troppi’ animali selvatici.
Migliaia di cinghiali, cervi, daini e caprioli sarebbero in procinto, secondo le loro parole, di provocare danni ingenti alle aziende agricole locali devastando le colture e, addirittura, di costituire un serio pericolo per la salute pubblica essendo portatori di parassiti come le zecche.

“Si tratta di una situazione insostenibile – è stato detto – ed è necessario intervenire con urgenza, per evitare la chiusura delle aziende agricole di montagna. In pratica per queste aziende si tratta di dover sottostare tutti gli anni e senza indennizzo ad un ammanco della produzione lorda vendibile di almeno il 20%”.   -ANSA-

Una lamentela, quella della CIA, che farà sorridere molti cacciatori, sicuramente quelli ‘selettori’, ovvero quelli che dopo un breve corso sono autorizzati a partecipare alle battute di caccia selettiva, quel tipo di caccia che uccide gli animali selvatici considerati in ‘sovrannumero’.
Questa condanna a morte viene proclamata spesso e – come in questo caso – per motivi puramente economici, o per intervenire quando la presenza di una specie è considerata una minaccia per la sopravvivenza di un’altra.

Un esempio è quello è rapppresentato dallo scoiattolo grigio, per cui vige in Liguria un progetto di eliminazione totale dal territorio regionale, per via della competizione con lo scoiattolo rosso.
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Se per molte persone l’attività venatoria è un fenomeno da abiurare, in quanto palesemente crudele e omicida, lo stesso non sempre dicasi per la caccia di selezione, che ancora desta dubbi ed a volte è ritenuta legittima per via dell’apparente facciata risolutrice con cui si presenta.

Una corretta riflessione non può però non tener conto del fatto che tutte queste problematiche sono riferite unicamente all’essere umano, ai suoi interessi, come nel caso degli ungolati che probabilmente faranno perdere un piccolo guadagno ad alcune aziende bolognesi, o ai suoi errori, come invece per lo scoiattolo grigio, originario dell’America e introdotto in Europa per motivi ornamentali.

Ancora siamo di fronte a pensieri tipicamente antropocentrici, la cui conseguenza è la morte di molti animali selvatici, per quelli che sfuggono al fucile del cacciatore non rimane che tentare di sopravvivere nei pochi lembi di territorio sfuggiti all’urbanizzazione.

Noi crediamo che possa esistere una società diversa, in cui le relazioni tra la nostra specie e le moltitudini di altri animali non siano fondate sulla coercizione e la violenza, ma sul rispetto e sulla consapevolezza che tutti gli individui, indipendentemnte dalla specie, abbiano diritto di vivere.

Da questo punto di vista, anche la caccia selettiva rappresenta un massacro senza giustificazioni che mai dovrebbe essere preso in considerazione dalle istituzioni.

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Fonte:
 FerderFauna.org

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