EA ha intervistato un maratoneta vegan
EA ha intervistato un maratoneta vegan
Manuel Comandini è un ragazzo di Cesena, ha 25 anni e da un anno ha adottato una dieta vegan, il 21 ottobre ha partecipato e concluso con un ottimo tempo la maratona di Amsterdam.
Essere Animali lo ha intervistato raccogliendo la testimonianza di un atleta che ha deciso consapevolmente di cambiare le proprie abitudini anteponendo il buon senso e l’etica a tutto il resto.
La tua alimentazione vegan si è rivelata penalizzante al fine delle tue prestazioni fisiche?
Assolutamente no, anzi ho voluto misurare la mia prestazione fisica proprio nella stessa maratona e nello stesso tracciato, quello di Amsterdam appunto, che un anno fa corsi da onnivoro, e devo dire che i risultati sono stati più che soddisfacenti, dato che sono riuscito a migliorare il tempo dello scorso anno di quasi 24 minuti.
Come sportivo segui un particolare tipo di dieta? Se si quale?
No non seguo nessuna dieta in particolare, cerco soltanto di assumere tutto ciò di cui il mio fisico ha bisogno, senza però schematiche programmazioni giornaliere varie.
Cerco sempre di variare al massimo i cibi, non mi piace stabilire in precedenza ciò che dovrò mangiare durante la settimana, perciò ogni giorno decido sul momento di cosa nutrirmi.
Generalmente faccio colazione con latte di riso o di mandorla insieme a biscotti o cereali. A metà mattinata e a metà pomeriggio mangio o un frutto, o yogurt di soia o frutta secca. A pranzo e a cena mangio di tutto; dalla pasta, spesso integrale, alla pizza, dal seitan al tofu, dai legumi ad ogni tipo di verdura, dalla piadina al crescione, dalle zuppe al minestrone, dal gelato a qualche torta che faccio personalmente con la mia ragazza.
Potrei continuare all’infinito, esistono migliaia di ricette strepitose da realizzare, ma questi sono i cibi che mangio con maggior frequenza.
Senti di poter dare un consiglio a chi è intenzionato ad avvicinarsi allo sport agonistico ma è ancora suggestionato dal solito falso mito secondo il quale l’alimentazione vegan non sia favorevole al rendimento fisico ed alla conseguente riuscita degli obiettivi finali?
Il consiglio è quello di ascoltare semplicemente il proprio cuore e di portare avanti con determinazione i propri ideali, senza badare a quello che di falso si dice e senza dare alcun ascolto a tutti i luoghi comuni che siamo costretti ad ingoiare giornalmente, nati e distribuiti in modo da renderci tutti uguali: omologati ed ubbidienti. Non è assolutamente vero che uno stile di vita vegan non è favorevole dal punto di vista del rendimento fisico; anch’io ho voluto provarlo sulla mia pelle e ora posso assolutamente affermarlo: diventando vegano non solo non ho peggiorato il mio livello fisico, ma l’ho migliorato!
Esistono, inoltre, diversi campioni sportivi vegani, tra i quali mi viene in mente Dave Scot, 6 volte campione del mondo nella disciplina Triathlon – IronMan, la disciplina più massacrante del mondo (3.8km di nuoto, 180km di bicicletta e 42,195 km di corsa).
Gli altri atleti cosa pensano della tua scelta?
Corro e mi alleno da solo, perciò non ho mai avuto modo di confrontarmi con qualcuno di loro. Dico soltanto che ad Amsterdam indossavo un maglietta con scritto ‘Go Vegan’ e tantissime persone, lungo il percorso, mi hanno incitato gridandomi ‘Go Vegan’ e ciò mi ha stupito e, nello stesso momento, fatto un immenso piacere.
Questa tua decisione ha avuto conseguenze nella vita di tutti i giorni?
Personalmente non ha avuto conseguenze particolari, essere vegani non significa rinunciare; se voglio andare al ristorante ci vado senza problemi, se voglio un gelato vado in una delle tante gelaterie che fanno gelato con latte di soia, di riso o di mandorla, se voglio comprare maionese senza uova, cotolette o hamburger di soia, tofu, seitan, panna vegetale, wurstel vegetali, mozzarella di riso o altri alimenti vegani, vado in un negozio bio o addirittura in un normale supermercato, se voglio comprarmi un vestito controllo nell’etichetta che non sia prodotto con parti animali, se voglio un cosmetico, uno shampoo o un bagno schiuma, controllo che sia tra le liste cruelty-free certificate Icea. Insomma nulla di particolare e nulla di impossibile.
I problemi maggiori li ho avuti con il confronto con le altre persone che non condividono con me questa scelta. Da molti sono stato incompreso, in qualche caso sono passato per estremista, in tanti mi hanno giudicato parlandomi semplicemente ‘per sentito dire’, certi di avere la verità in mano, senza però conoscere l’argomento con esattezza. Tutto ciò non ha fatto che rafforzare la mia volontà nel proseguire per questa strada, quella giusta, del rispetto e dell’amore, verso ogni specie terrestre abitante di questo pianeta.
Di solito i ragazzi della tua età quando si avvicinano ai canali divulgativi sono interessati a tutt’altro tipo di informazione, come hai saputo della cultura vegan e cosa ti ha spinto a continuare in questa direzione.
Vegan era una parola che avevo già sentito, ma non avevo ben approfondito l’argomento, soprattutto perché credevo di essere già abbastanza sensibile verso il mondo animale. Pensavo di amare gli animali, finché un giorno cominciai a prendere reale coscienza che non potevo amare chi avevo nel mio piatto mentre mangiavo, non poteva essere possibile tutto ciò, e così iniziai a star male e a interrogarmi ogni volta che bevevo latte vaccino, quando mangiavo pesce o carne, oppure ogni volta che c’era un uovo in tavola. Mi resi conto che ero complice di sofferenze, torture ed uccisioni e iniziai da solo ad informarmi, a guardare video, inchieste, documentari e presi questa decisione, con grande convinzione, perché chi ama veramente gli animali, chi li reputa uguali a se stesso, non li mangia, non li indossa e non alimenta alcun mercato dove questi vengono sfruttati e uccisi.
Perciò non è stato qualcuno in particolare a spingermi verso questa direzione, ma principalmente è stata la mia coscienza.
Pensi che nel futuro questa società potrà affrontare con occhio diverso il rapporto che lega l’uomo agli altri animali?
Sicuramente non potrà esserci un cambiamento immediato, questo è ovviamente impossibile, ma credo che in futuro qualcosa possa realmente cambiare. Bisogna avvicinare il problema, informando e divulgando, bisogna cercare di far aprire gli occhi alle persone, occhi che vengono continuamente sigillati da questo sistema fondato sul potere, sul denaro e sullo sfruttamento verso i più deboli. Bisogna far riscoprire alle persone i valori naturali di cui tutti siamo dotati al momento della nascita; il rispetto, l’amore, l’altruismo, verso la natura e verso la Terra che ci ospita e verso tutti gli animali che ci circondano e che con noi affrontano e vivono la breve esperienza della vita.
Sono convinto, come diceva Leonardo da Vinci, che verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto.
Questo tempo per noi vegan è già arrivato.