Sequestrato lo zoo di Latina
La struttura è stata posta sotto sequestro dal personale del Servizio Cites, gli ambienti dove risiedevano gli animali tra cui – un elefante indiano, cammelli siberiani, ippopotami, struzzi, orsetti lavatori, scimpanzé, macachi e yak – non erano a norma per accogliere gli animali.
LATINA – «Presso il nostro parco faunistico troverete animali da ammirare in tutta tranquillità. Potrete vederli da vicino, osservarli in ambienti naturali ricostruiti al meglio per garantire loro il massimo del benessere». Questo l’invito che campeggia sul sito internet dello zoo safari di Latina posto sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato, che ha anche elevato una multa di 30mila euro ai gestori.
Un paradiso per gli animali? Non proprio. «Il Parco in questione – comunica il corpo forestale – esercitava abusivamente l’attività di giardino zoologico, esponendo al pubblico animali domestici ed esotici. Nella struttura, aperta da diversi anni, oltre ai classici animali domestici erano presenti anche esemplari pericolosi e appartenenti a specie protette dalla Convenzione di Washington – Cites –, che tutela la fauna e la flora in via d’estinzione. Nello zoo sono stati rinvenuti tra gli altri anche: macachi, canguri, scimpanzé e un elefante indiano». Le gabbie e gli spazi allestiti sono stati ritenuti non salubri e non in regola con le normative.
«Gli animali pericolosi, inoltre, erano privi delle necessarie autorizzazioni previste ai fini della tutela della salute e dell’incolumità pubblica, mentre, quelli appartenenti a specie protette, non avevano la regolare certificazione prevista ai sensi della normativa internazionale Cites». Il personale della Forestale ha quindi predisposto il sequestro amministrativo della struttura e quello preventivo tutti gli animali ospitati nel parco, gli esemplari sono stati affidati in custodia giudiziale.
Fonte: Corriere della Sera
E’ di ieri la notizia pubblicata dal corriere inerente al sequestro dello zoo di Latina, il corpo forestale della regione si è accorto che chi gestiva il giardino zoologico lo faceva abusivamente, lo faceva senza le autorizzazioni previste ai fini della tutela della salute e senza le certificazioni Cites, quelle che consentono di dare alloggio a tutte le specie protette.
Un ulteriore articolo di repubblica spiega poi che in Italia sono 88 le strutture private esistenti in attesa di autorizzazioni. Una semplice licenza che permette al privato di rendere accessibile al pubblico quel giardino fatto di sbarre e chiavistelli, al costo di pochi, pochissimi euro. Se da una parte puo’ essere motivo di un leggero sollievo il fatto che la struttura abusiva di Latina è ora vigilata dalle guardie forestali, essereAnimali insiste nel promuovere quel messaggio che auspica il crollo di quelle barriere speciste che consentono a chicchessia di riuscire a procurarsi scartoffie e certificati per poter esercitare funzioni che zoo, circhi, delfinari, acquari, continuano a ostentare nel territorio.Deve proprio essere una violazione burocratica a confiscare uno zoo? deve essere l’ inadempienza alle regole ad ostacolare chi se ne infischia della vita? devono essere dei vigili, controllori di leggi, a dare un apporto (seppur minimo e fiscale) agli animali?
Zoo, circhi e parchi con animali devono essere liberati prima di tutto dalle persone e poi dalla legge, dal cuore prima che da normative, dall’educazione alla compassione, da una nuova cultura, fiorente, evoluta, che accoglie e condivide, che non rinchiude e non deride.
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