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Diritti Animali: concessione o bene assoluto?


Simone Montuschi
President

Qualche giorno fa l’Arabia Saudita è diventata uno dei pochi paesi ad infliggere davvero gravi pene a chi maltratta animali, annunciando che chi viene ritenuto colpevole di violenza contro animali domestici ed altri animali potrà essere incarcerato fino a cinque anni e multato fino a un milione di Ryal (213.000 euro circa) in funzione del tipo e della gravità dell’offesa.
Il Ministro dell’Agricoltura saudita ha deliberato la sentenza come risposta ad un recente video che mostra un uomo tagliare con un’ascia la coda ad un gatto ‘colpevole’ di avergli danneggiato l’auto.
Il sottosegretario del Ministro per il Benessere Animale Khaled bin Mohammed Al Fuhaid ha inoltre ribadito come le leggi proteggano non solo gli animali da compagnia ma anche il bestiame e gli uccelli e che attaccare un animale che non rappresenta un pericolo per l’uomo costituisce un ‘crimine ed una violazione dell’Islam’ in Arabia Saudita.

 

Probabilmente a molti farà piacere o stupirà vedere come (in apparenza) veniamo ampiamente surclassati da una disposizione legislativa attuata in Arabia Saudita, in queste buie settimane dove nel nostro occidente giustamente si cerca di sensibilizzare il più possibile sullo sterminio programmato dei cani in Ucraina per gli europei, dove sabato si salirà in massa a Montichiari per contrastare quel lager chiamato Green Hill, dove proprio ieri si è letto di un cane affogato in un bidone d’asfalto a Reggio Calabria, lasciato agonizzare per ore benché tutti ne sentissero i lamenti, comprese le guardie zoofile e tutti gli altri enti arrivati.
Ma in fondo è quasi fumo negli occhi, ricordiamoci che l’Arabia Saudita è giustamente condannata dalla comunità internazionale per i diritti negati alle donne, agli omosessuali, le pene corporali, le esecuzioni senza regolare processo: alla luce di tutto questo ricordiamoci anche del significato della parola anti-specismo, dove l’uguaglianza è sì estesa a tutti gli individui non umani, a tutti gli esseri senzienti, ma non esclude certo gli umani stessi.
In più la macellazione ‘Halal’ (lecita, per il Corano) è una delle più cruente perché non prevede stordimento e anzi, gli animali devono essere coscienti al momento dell’uccisione. Quindi, se da un lato è apprezzabile come piccolissimo passo avanti perché mette l’individuo animale al pari dell’individuo umano per ciò che riguarda il sadismo e la violenza gratuita, dall’altro non fa nulla per liberare gli animali dalla condizione di sofferenza ed inferiorità inflitta loro quotidianamente dalla società.

Per questo l’unica soluzione risiede nel cambiare modo di relazionarci con gli animali: non vederli più come risorse a nostra disposizione e scegliere uno stile di vita vegan.

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Fonte:  emirates 24/7 news

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